Luciani: «Governerò con la gente»

Luciani: referendum sui problemi più importanti
FRANCAVILLA. Ha macinato chilometri, da un quartiere all'altro. Sedici chili persi, pranzi saltati o ridotti al minimo, per un obiettivo: «Voglio essere il sindaco di tutti, non è questione di ideologia politica, ma di preoccuparsi del bene della città». Antonio Luciani procede da solo verso il ballottaggio: nessun occhiolino alle liste sconfitte perché, dice, «io mi sono apparentato con i francavillesi».
Nessun apparentamento con altre liste: perché questa scelta?
E' stata una delle motivazioni per le quali ho deciso di candidarmi per la prima volta. Volevo rompere con alcune logiche della politica e intraprendere questa avventura con un gruppo pulito, coeso, a prescindere dai voti. L'apparentamento mi sembrava un tradimento rispetto a questo. La nostra sarà un'amministrazione aperta a chiunque vorrà portare idee. Non apparentarsi non significa chiudersi a riccio, anzi.
Uno su tre non ha votato. Pensa che il peso degli astensionisti possa incidere sul risultato finale?
Queste elezioni hanno dato indicazioni precise: la bocciatura dei partiti e un grosso premio alla mia persona. Non perché io sia meglio di altri, ma perché molte persone hanno capito che ero il cambiamento rispetto alle logiche della politica. E un grosso premio anche alle mie liste civiche, formate in 10 giorni con professionisti seri. In tanti ora mi dicono: "Grazie, meno male che ti abbiamo conosciuto, altrimenti non saremmo andati a votare". Chiedo scusa a tutti quelli che non sono riuscito a raggiungere. In 40 giorni di campagna elettorale era impossibile e ora sto lavorando in questo senso perché ogni astenuto è un voto per noi.
Ha già in mente la nuova giunta, gli assessori?
Alcune idee ce l'ho. Non mi farò condizionare dai partiti, ascolterò tutti. Ritengo che la giunta debba avere una forte componente tecnica, occorrono persone che abbiano capacità e voglia di lavorare, dobbiamo uscire da questo vicolo cieco. Non è più il tempo che il medico faccia l'assessore all'urbanistica o l'ingegnere l'assessore alla sanità. Le competenze specifiche posso prenderle da destra, sinistra o centro, dobbiamo capire che è una lotta per Francavilla fatta di francavillesi. E intendo dare un grosso peso alla componente femminile. Francavilla ha bisogno di riavviare la macchina amministrativa e ripartire dalle piccole cose perché il 70 per cento dei problemi avvertiti dai cittadini non dipende dalla mancanza di fondi, ma dal fatto che l'amministrazione non è stata più presente, dalla cura dei parchi all'istituzione dell'assessorato al quotidiano, che io ho lanciato come idea.
Quali priorità le ha rappresentato la gente?
Principalmente di lottare contro lo stato di degrado in ogni quartiere, con situazioni incancrenite, ventennali. Oggi, Francavilla sembra abbandonata. Non servono milioni o finanziamenti, bisogna rendere questa città accogliente e vivibile, basta tanto lavoro e io questo voglio metterci: tanto lavoro. Nella mia amministrazione varrà il principio della trasparenza e della meritocrazia, perché fino a oggi è stata fatta la politica dell'amico, cioè premiare un'associazione con un finanziamento o una concessione in cambio del voto. Formerò un albo di associazioni culturali, sportive, commerciali, artigianali. Solo con regole precise funziona tutto, perché i primi a rispettarle devono essere gli amministratori. Invece, alcuni personaggi hanno fatto della discrezionalità il cavallo di battaglia, anche elettorale.
Tra le emergenze ci sono porto e bilancio. Come risolverle?
Il porto è un'opera che io reputo sbagliata per l'ubicazione, c'è un'indagine della procura in corso. Qualcuno ha tentato di minimizzare dicendo in campagna elettorale che basterà una domandina per ottenere il dissequestro. Me lo auguro, ma io faccio l'avvocato e so che non è così. Ho intenzione di creare il minor impatto ambientale possibile e non regalare un debito ai cittadini. E' un approdo, non un porto, ed è un'opera che così concepita tra poco tempo necessiterà di dragaggi, di altre spese per la comunità. Mi affiderò a tecnici competenti sia per il porto sia per il bilancio. Inoltre abbiamo lanciato l'idea del referendum su alcuni problemi spinosi: tenterò di coinvolgere i cittadini, una volta chiariti gli aspetti tecnici e giudiziari, su come intervenire sui finanziamenti visto che quelli ottenuti non sono sufficienti per completare l'approdo, e sul fatto che il bilancio presenta un disavanzo di 12 milioni. Magari sarò costretto a prendere decisioni impopolari. Ma io cercherò sempre la condivisione dei cittadini, che finora la politica non ha mai cercato.
Perché gli elettori dovrebbero scegliere lei e non il suo avversario?
Io penso che i cittadini non possono avere dubbi perché qui siamo stretti in una morsa da 30 anni. I soggetti cambiano i ruoli, ma sono sempre gli stessi. Io ho deciso di fare un sacrificio enorme e avrò solo da rimetterci, lavorando 15 ore al giorno. Sono stato fermato da centinaia di persone. Si sente che c'è un cambiamento storico, in me all'inizio pochi credevano: ora hanno capito che possiamo mandare a casa una vecchia classe politica. In un confronto tv, ho sentito dire dal mio avversario che loro sono il nuovo: non mi sembra di dover rispondere a questa provocazione...
Nessun apparentamento con altre liste: perché questa scelta?
E' stata una delle motivazioni per le quali ho deciso di candidarmi per la prima volta. Volevo rompere con alcune logiche della politica e intraprendere questa avventura con un gruppo pulito, coeso, a prescindere dai voti. L'apparentamento mi sembrava un tradimento rispetto a questo. La nostra sarà un'amministrazione aperta a chiunque vorrà portare idee. Non apparentarsi non significa chiudersi a riccio, anzi.
Uno su tre non ha votato. Pensa che il peso degli astensionisti possa incidere sul risultato finale?
Queste elezioni hanno dato indicazioni precise: la bocciatura dei partiti e un grosso premio alla mia persona. Non perché io sia meglio di altri, ma perché molte persone hanno capito che ero il cambiamento rispetto alle logiche della politica. E un grosso premio anche alle mie liste civiche, formate in 10 giorni con professionisti seri. In tanti ora mi dicono: "Grazie, meno male che ti abbiamo conosciuto, altrimenti non saremmo andati a votare". Chiedo scusa a tutti quelli che non sono riuscito a raggiungere. In 40 giorni di campagna elettorale era impossibile e ora sto lavorando in questo senso perché ogni astenuto è un voto per noi.
Ha già in mente la nuova giunta, gli assessori?
Alcune idee ce l'ho. Non mi farò condizionare dai partiti, ascolterò tutti. Ritengo che la giunta debba avere una forte componente tecnica, occorrono persone che abbiano capacità e voglia di lavorare, dobbiamo uscire da questo vicolo cieco. Non è più il tempo che il medico faccia l'assessore all'urbanistica o l'ingegnere l'assessore alla sanità. Le competenze specifiche posso prenderle da destra, sinistra o centro, dobbiamo capire che è una lotta per Francavilla fatta di francavillesi. E intendo dare un grosso peso alla componente femminile. Francavilla ha bisogno di riavviare la macchina amministrativa e ripartire dalle piccole cose perché il 70 per cento dei problemi avvertiti dai cittadini non dipende dalla mancanza di fondi, ma dal fatto che l'amministrazione non è stata più presente, dalla cura dei parchi all'istituzione dell'assessorato al quotidiano, che io ho lanciato come idea.
Quali priorità le ha rappresentato la gente?
Principalmente di lottare contro lo stato di degrado in ogni quartiere, con situazioni incancrenite, ventennali. Oggi, Francavilla sembra abbandonata. Non servono milioni o finanziamenti, bisogna rendere questa città accogliente e vivibile, basta tanto lavoro e io questo voglio metterci: tanto lavoro. Nella mia amministrazione varrà il principio della trasparenza e della meritocrazia, perché fino a oggi è stata fatta la politica dell'amico, cioè premiare un'associazione con un finanziamento o una concessione in cambio del voto. Formerò un albo di associazioni culturali, sportive, commerciali, artigianali. Solo con regole precise funziona tutto, perché i primi a rispettarle devono essere gli amministratori. Invece, alcuni personaggi hanno fatto della discrezionalità il cavallo di battaglia, anche elettorale.
Tra le emergenze ci sono porto e bilancio. Come risolverle?
Il porto è un'opera che io reputo sbagliata per l'ubicazione, c'è un'indagine della procura in corso. Qualcuno ha tentato di minimizzare dicendo in campagna elettorale che basterà una domandina per ottenere il dissequestro. Me lo auguro, ma io faccio l'avvocato e so che non è così. Ho intenzione di creare il minor impatto ambientale possibile e non regalare un debito ai cittadini. E' un approdo, non un porto, ed è un'opera che così concepita tra poco tempo necessiterà di dragaggi, di altre spese per la comunità. Mi affiderò a tecnici competenti sia per il porto sia per il bilancio. Inoltre abbiamo lanciato l'idea del referendum su alcuni problemi spinosi: tenterò di coinvolgere i cittadini, una volta chiariti gli aspetti tecnici e giudiziari, su come intervenire sui finanziamenti visto che quelli ottenuti non sono sufficienti per completare l'approdo, e sul fatto che il bilancio presenta un disavanzo di 12 milioni. Magari sarò costretto a prendere decisioni impopolari. Ma io cercherò sempre la condivisione dei cittadini, che finora la politica non ha mai cercato.
Perché gli elettori dovrebbero scegliere lei e non il suo avversario?
Io penso che i cittadini non possono avere dubbi perché qui siamo stretti in una morsa da 30 anni. I soggetti cambiano i ruoli, ma sono sempre gli stessi. Io ho deciso di fare un sacrificio enorme e avrò solo da rimetterci, lavorando 15 ore al giorno. Sono stato fermato da centinaia di persone. Si sente che c'è un cambiamento storico, in me all'inizio pochi credevano: ora hanno capito che possiamo mandare a casa una vecchia classe politica. In un confronto tv, ho sentito dire dal mio avversario che loro sono il nuovo: non mi sembra di dover rispondere a questa provocazione...
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