Macchine e bici elettriche al posto del mercato etnico 

Cancellato lo spazio dei senegalesi, previste anche stazioni di ricarica nell’area

PESCARA. Una cittadella con auto e bici elettriche con tanto di stazioni di ricarica. È l’ultima, «personale, perché non decido da solo», proposta che arriva dall’assessore al Commercio Alfredo Cremonese, sulla destinazione del mercatino etnico della stazione. Mercatino che di fatto è «ancora aperto», rivela Cremonese, malgrado l’area nel tunnel, costati alle casse comunali 250mila euro di ristrutturazioni, sia disertata dai 31 senegalesi, e di altre etnie, che avevano richiesto, e ottenuto, i posteggi per vendere le loro mercanzie. Sta di fatto che oggi, a sette mesi dall’inaugurazione dell’aprile scorso, il mercatino è un guscio vuoto. «Stiamo lavorando alla chiusura ufficiale del mercatino», spiega l’assessore Cremonese, «e per arrivare all’obiettivo occorrono due condizioni: la notifica dei provvedimenti di decadenza delle concessioni e la verifica che non vengano attivati procedimenti giudiziari nei confronti del Comune».
Dei 31 richiedenti l’autorizzazione al posteggio, uno svolge regolare attività, un altro ha deciso di ritirarsi spontaneamente. «Dei 29 rimasti», precisa l’amministratore, «14 hanno ritirato la raccomandata delle revoche, altri hanno le lettere in giacenza, quindi per non ora non sono stati raggiunti dall’informazione», necessaria ad avviare l’iter per la chiusura definitiva. «Ma», è sicuro l’assessore, «entro novembre la procedura sarà completata». Poi che cosa accadrà? «Il secondo passo», prosegue, «è decidere cosa fare, come trasformare il mercatino che si trova vicino la stazione ferroviaria. La mia personale idea è quella di realizzare una cittadella dell’elettrico, con bici, automobili, monopattini, tutti i mezzi di trasporto elettrici da affittare ai cittadini o a chi arriva in città. Ma, ripeto, è una mia idea, sarà poi la maggioranza a decidere» nelle sedi e nei tempi opportuni.
D’accordo con Cremonese è l’assessore Luigi Albore Mascia che propone una «bike station con le due ruote da affittare con un modesto sovrapprezzo, a chi parcheggia nell’area di risulta o a chi scende in stazione». Mascia, nel passato, aveva immaginato nell’area mercatale anche un museo del treno. E Massimo Pastore, consigliere di Fratelli d’Italia, ha ipotizzato l’apertura del passaggio alle auto o adibita a parcheggio.
Il sindaco Carlo Masci, in un post sui social, scrive che sul mercatino intende «mantenere le promesse» ovvero che «entro la fine dell’anno tutte le procedure di decadenza delle licenze saranno completate e il mercatino finto-etnico sarà smantellato». Le revoche delle autorizzazioni destinate agli ambulanti del mercatino (fortemente voluto dal centrosinistra) che per tre anni hanno battagliato per avere lo spazio occupato sporadicamente, sono partite ad agosto. L’amministrazione, precisa Cremonese, si muove sulla base della legge regionale numero 23 dei 31 luglio 2018, articolo 94 comma 1 lettera d, che recita: «Qualora l’operatore in possesso del titolo non utilizzi, senza giustificato motivo, il posteggio assegnato per periodi di tempo superiori ad un mese, il titolo abilitativo è dichiarato decaduto». Per ora i cancelli rimangono aperti, ma il mercatino è desolatamente vuoto.
C’è solo un irriducibile ambulante senegalese del quale ieri pomeriggio era alla ricerca l’amico Mohamed che si è affacciato nell’area, ma non ha trovato nessuno. Anche lui, residente a Pescara e «senza famiglia», era titolare di un posteggio che «pagavo solo quando incassavo», ma poi «gli affari sono andati male» e ha deciso di infilare la merce «nel bagagliaio della macchina». È quello, ora, il suo piccolo mercato ambulante.
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