Mare sporco a Pescara, chiesto il processo per Alessandrini e Del Vecchio
Sindaco, vice e il dirigente Vespasiano nei guai per l'ordinanza fantasma dopo la rottura al depuratore della scorsa estate. L'accusa è concorso in omissioni di atti d'ufficio
PESCARA. «Omettevano di emanare idonei provvedimenti amministrativi volti a tutelare la salute pubblica e ad impedire la pubblica balneazione di quel tratto costiero». Con questa accusa i pm Anna Rita Mantini e Mirvana Di Serio hanno chiesto il processo per il sindaco Marco Alessandrini, il suo vice Enzo Del Vecchio e il dirigente comunale Tommaso Vespasiano. Secondo i magistrati devono essere processati per «concorso in omissioni di atti d'ufficio» per l'ordinanza fantasma dello scorso anno sul mare inquinato.
Caduta l'accusa di falso, l’ordinanza balneare rimasta nel cassetto la scorsa estate mette lo stesso nei guai i vertici dell'amministrazione comunale. Al centro dell'inchiesta sempre la rottura della condotta del depuratore che determinò lo sversamento di scarichi inquinanti in mare e l’ordinanza del 3 agosto. Caduta l’ipotesi di reato di falso, per la presunta manipolazione delle ordinanze per correggere la data, i magistrati sostengono che fu tardiva rispetto al momento in cui gli amministratori erano stati messi al corrente della non balneabilità delle acque.
Alessandrini, Del Vecchio e Vespasiano adesso dovranno dunque affrontare l’udienza preliminare al termine della quale il Gup deciderà se proscioglierli oppure processarli.