Marsilio: «L’elettrico non va» Dall’Abruzzo arriva lo stop

20 Settembre 2024

E Fabris (Strada dei Parchi) attacca: «Pensiamo prima alla sicurezza di A24 e A25»

PESCARA. L’Abruzzo alza il cartellino rosso al Green deal europeo. Ripensare l'agenda della transizione ecologica verso l'elettrico perché la sostenibilità «non deve essere solo ambientale, ma anche sociale» e inseguendo «obiettivi fuori portata per il mercato si rischiano danni irreparabili». Così dice il presidente della Regione, Marco Marsilio. E il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, conferma e rimarca: «Il nostro Governo è impegnato in prima linea per rivedere il percorso del Green deal». Dall’Abruzzo Economy Summit in corso a Pescara parte un messaggio forte e chiaro, che ricalca perfettamente le parole dette due giorni fa dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, all'assemblea di Confindustria.
Ma la prima delle due giornate dell’evento all’Aurum offre anche un secondo tema forte, serio, attuale e preoccupante: sicurezza dell’autostrade abruzzesi A24 e A25, rilanciato dal vice presidente di Strada dei Parchi, che lascia il segno.
I DATI DELL’ASSESSORE
La giornata comincia con le parole dell’assessore regionale alle Attività Produttive, Tiziana Magnacca, che rompe il ghiaccio e spiana la strada al suo dominus, Marsilio, sottolineando un dato economico sorprendente: meno 36% di vendite di auto elettriche in Europa. L’assessore parla di una «tecnologia immatura, non affidabile, che ci costringe a individuare un modello industriale nuovo». Ma al grigio dell’Automotive fa da contraltare la fase rosea dell’export abruzzese nei settori del farmaceutico e della moda, rimarca Magnacca ricordando la scelta di Brunello Cucinelli, il principe del cashmere, di investire a Penne.
I NUMERI DEL PROF
L’intervento di Giuseppe Mauro apre poi la mente a chi ascolta dalla platea. L’economista illustra lo scenario abruzzese. Una relazione puntuale e approfondita, che gli permette di ricevere i complimenti da tutti. La conclusione è significativa. Il prof parla di un Abruzzo che mostra una buona tenuta del Pil, un numero maggiore di donne che lavorano, un’occupazione che cresce rispetto a prima della pandemia e un tasso di povertà che si riduce. Conclude con un invito e una citazione. Il primo è: «Bisogna avere fiducia nelle istituzioni perché sono loro che governano il territorio».
La seconda: «Il pensiero alto passa per l’ottimismo», firmato Adam Smith. Sul palco, con il giornalista Nicola Porro, sale poi Luciano Ardingo, della Spee, azienda leader della sicurezza fisica con sede all’Aquila, che pone l’accento su una pietra d’inciampo: «Trovare persone competenti e preparate è un grande problema. La formazione è carente». Chi non è d’accordo alzi la mano.
STAZIONI E MILIONI
Gianpiero Strisciuglio, Ad e direttore generale di Rfi, dà forfeit. Ma chi lo sostituisce non lesina notizie per l’Abruzzo. Sul palco dell’Aurum salgono Antonello Martino (direttore ingegneria investimenti stazioni RfI) e Nicola Madonna (Sistemi urbani Fs). Ed emerge che in Abruzzo gli interventi del Gruppo Fs nelle stazioni, ultimati o in corso, sono 5, mentre altri 3 sono in fase di progettazione esecutiva. Il valore complessivo degli interventi è di 94 milioni di euro. Nel dettaglio: a Pescara i lavori per la riqualificazione dell'atrio di stazione partiranno a gennaio 2025 e finiranno a giugno 2026. La prima stazione a essere completata sarà quella di Sulmona. Successivamente, la stazione di Teramo sarà totalmente rinnovata entro dicembre 2027. Ma la linea veloce Pescara-Roma non viene sfiorata, neppure nel dibattito successivo i cui i treni si affiancano alle autostrade e Porro incalza gli ospiti: Dario Lo Bosco, presidente di Rfi, Aldo Isi, Ad di Anas, Mauro Fabris, vice presidente di Strada dei parchi, Diego Cattoni, Ad di Autostrade del Brennero, Umberto Sgambati, presidente della Proger, e Massimiliano Mancusi, presidente Mancusi spa, pmi della Basilicata.
L’AFFONDO DI FABRIS
Lasciano il segno le parole del vice presidente di Sdp, la società del Gruppo Toto concessionaria delle due autostrade di montagna che uniscono l’Abruzzo a Roma. «Prima di pensare alle Smart road occorre preoccuparsi della messa in sicurezza di A24 e A25», esordisce Fabris mentre lo schermo dietro al palco mostra le spettacolari immagini delle demolizioni controllate con microcariche di due viadotti dell’A24 alle porte dell’Aquila.
Opere degli anni Settanta che vanno abbattute e ricostruite ex novo. Ma sulle due autostrade, di viadotti come quelli ce ne sono 175 dei quali solo una ventina sono stati messi al sicuro. I 10 miliardi necessari – sottolinea Fabris - sono bloccati, finora ne sono arrivati solo 3. «Gli investimenti tardano ad essere messi a terra; otto governi si sono succeduti e si alternano i commissari», rimarca il vice presidente che dà la stoccata finale quando parla degli imponenti lavori previsti nei prossimi mesi (o anni) per la messa in sicurezza dell’acquifero e antisismica del traforo del Gran Sasso, e invita i commissari, Pierluigi Caputi e Marco Corsini, a dialogare tra di loro e con la società concessionaria. Non è finita: Fabris parla anche di viadotti da sostituire con gallerie «perché sono più sicure». Ma il tempo per approfondire non c’è. Peccato.
IL VICEMINISTRO
La sessione pomeridiana è aperta da Michele Di Bartolomeo, presidente dell’Ordine dei commercialisti, seguito da tre big: il viceministro delle Imprese, Valentino Valentini, l’ambasciatore Stefano Pontecorvo, presidente del Gruppo Leonardo, e Gianluca Ansalone, del colosso farmaceutico Novartis. Porro conduce magistralmente il dibattito che passa ai raggi X il Piano Draghi, paragonato a un Piano Marshall al cubo. E dal vice di Adolfo Urso arrivano notizie: «Per il biennio 2024-2025, le risorse mobilitate per il piano 4.0 e Transizione 5.0 ammontano a quasi 13 miliardi» afferma Valentini, «la sfida del sistema Paese da realizzare con queste ingenti risorse sarà di consentire la revisione dei processi produttivi in tutti i settori, anche i più tradizionali, e da parte di tutte le imprese di qualunque dimensione. Per fare questo la strategia di politica industriale punta molto sul trasferimento di conoscenze, tecnologie e sulla digitalizzazione delle imprese», aggiunge il viceministro. Nel frattempo, l’ex ministro Giulio Tremonti resta bloccato in auto sull’A25 ad Alanno («Guida la moglie», spiega una voce in platea) e questo costringe l’organizzazione, curata dalla Mirus, ad anticipare il videomessaggio dell’ospite più atteso.
PARLA URSO
«Nel 2023 l’export ha registrato un incremento del 13.6% collocando la vostra Regione al quarto posto nella graduatoria nazionale, un risultato possibile grazie al contributo di settori trainanti come l’automotive e il farmaceutico», dice dal maxischermo, con voce compassata il ministro delle Imprese, «nel mercato dei veicoli l’Italia sta svolgendo un ruolo da protagonista e prosegue, unitamente con il presidente Marsilio e con la partecipazione delle organizzazioni sindacali, il confronto con Stellantis, il nostro produttore nazionale. In particolare, Atessa è da sempre un’eccellenza anche tra gli stabilimenti italiani, l’impresa ne ha in più occasioni confermato la centralità. Lo ha fatto nel confronto con il presidente della Regione e nei tavoli nazionali. Ma il ricorso agli ammortizzatori sociali è un segnale da non sottovalutare, in controtendenza con quello che Stellantis ha sostenuto nei tavoli nazionali e con la Regione. Dobbiamo essere insieme assertivi per modificare il percorso del Green deal a livello europeo e per impegnare Stellantis negli investimenti e nello sviluppo del nostro Paese e, per quanto riguarda i veicoli commerciali, nella vostra Regione». Marsilio, assente nel pomeriggio, sottoscrive le parole del ministro. Chiude Tremonti che va dal faceto al serio, quasi catastrofico: «Viviamo una realtà drammatica», avverte, «la prima cosa da fare per L’Europa è fermare la guerra che è ai nostri confini».