Massaggi cinesi a luci rosse a Pescara, i clienti: "Abbiamo pagato per il sesso"

Ragazzi, quarantenni e anziani filmati dalla polizia e interrogati all’uscita del locale. C’è chi si giustifica con il mal di schiena e chi prova vergogna, ma tutti ammettono

PESCARA. C’è chi ha provato a buttarla sul ridere: «Ho chiamato più di una volta il centro massaggi di via Milano per ridere con gli amici, però, ci sono andato una volta sola e, a dire il vero, non ho pagato neanche l’extra di 20 euro alla ragazza perché non glieli ho voluti dare». C’è chi, con la scusa del troppo stress, ha sentito il bisogno di una pausa di relax: «Passando in via Milano ho notato un centro massaggi e, per rilassarmi, sono entrato». C’è chi, anche se ha solo 35 anni, si è giustificato con il mal di schiena: «Sono andato per farmi un massaggio alla schiena perché soffro di dolori. Avevo bisogno di un semplice massaggio distensivo ma la ragazza, in modo sfacciato, mi ha chiesto se volessi fare altro e io ho accettato». Intercettati, prima, mentre telefonavano per prendere l’appuntamento e spiati, poi, con le telecamere: di fronte alle domande dei poliziotti della squadra mobile, i clienti del centro massaggi sequestrato non hanno potuto fare altro che ammettere. Uno, all’inizio, ci ha provato a negare di aver pagato per un massaggio sexy ma l’ha fatto solo «per vergogna»: poi, ha dovuto confermare anche lui.

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Clienti da 20 a 60 anni. Sono più di dieci i testimoni di quanto accadeva nel locale del centro: quando ci sarà il processo, saranno chiamati a raccontare quegli incontri in un’aula di tribunale. Ragazzi, adulti e anche sessantenni. E qualcuno, per passare inosservato, entrava con il cappuccio in testa.

Due amici ventenni. Ecco il racconto di due amici di 20 anni, entrambi pescaresi: «Appena entrati, la ragazza ci ha chiesto cosa volessimo e il mio amico gli ha chiesto che volevamo fare un massaggio compreso con l’extra. Alla nostra richiesta di cosa ci uscisse con 20 euro, la ragazza, per convincerci, ci ha comunicato che, oltre al massaggio, ci avrebbe fatto anche “un extra”, strizzandoci l’occhio a mo’ di ammiccamento. Era evidente che ci avrebbero fornito anche una prestazione sessuale: eravamo andati proprio per quel motivo». L’amico ha confermato: «Abbiamo suonato alla porta, ci ha aperto una ragazza cinese, giovane e che parlava benissimo italiano: ricordo di aver pensato che parlava meglio di me. Ci hanno chiesto i soldi in anticipo e abbiamo pagato 20 euro a testa. Mi sono spogliato, restando in mutande, e la massaggiatrice, vestita, ha iniziato a farmi un massaggio che è durato circa 10/15 minuti, poi, mi ha chiesto se volevo l’extra o l’aggiunta, non ricordo il termine usato, aggiungendo una ventina di euro in più. Ho accettato e mi sono tolto gli slip. La massaggiatrice, rimasta vestita perché per spogliarsi prende, credo, circa 100 euro, mi ha masturbato. Non mi ha fatto ricevute e, a dire il vero, non ho neanche pagato l’extra perché non glieli ho voluti dare: quando mi sono rifiutato di darle i soldi extra, lei ha un po’ insistito ma poi ha lasciato perdere. Non so cosa abbia fatto il mio amico: è molto riservato».

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«Ingresso affollato». Un pescarese di 56 anni ha raccontato dell’ingresso affollato e della volontà di passare inosservato: il cappellino blu in testa non bastava. «Ho fatto una telefonata e ho chiesto se c’era la disponibilità per un massaggio; siccome c’era gente dinanzi all’ingresso, ho chiesto se era possibile entrare subito e la ragazza che mi ha risposto mi ha detto che mi avrebbe aperto».

«Mi volevo rilassare». Poi c’è l’uomo di passaggio, 45 anni della provincia di Pescara: «Passando in via Milano, ho notato un centro massaggi. Per rilassarmi sono entrato e sono stato accolto da una ragazza di origine orientale, credo cinese, con la quale ho concordato un massaggio rilassante». Ma l’uomo, dopo il massaggio, è rimasto chiuso nella stanzetta: «Nel riaprire la porta della stanza dove avevo ricevuto la prestazione, interveniva un inconveniente perché la porta non scorreva. Dopo aver aperto la porta venivo accompagnato all’uscita». È stato solo il primo «inconveniente» perché, appena uscito, è capitato un altro fuori programma: «All’esterno venivo sottoposto a controllo e identificato dalla polizia».

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«Avevo mal di schiena». Un giovane di 35 anni di Sulmona ha detto di essere andato solo «per farmi un massaggio alla schiena in quanto soffro di dolori. Una delle due, la più giovane, poteva avere non più di 25 anni e parlava bene l’italiano, mi ha chiesto cosa volessi fare: io spiegavo che avevo bisogno di un semplice massaggio distensivo alla schiena. La ragazza, in modo sfacciato, mi ha chiesto se volessi fare altro, intendendo un massaggio sessuale. Io ha accettato e pagato 50 euro».

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