Merce falsa, blitz in centro

Caccia agli immigrati nel mercato dell’area di risulta.

PESCARA. Venditori ambulanti che scappano inseguiti dalla polizia. Buste piene di merce lanciate in aria o lasciate per strada. Un minuto e il mercato degli extracomunitari nell’area di risulta è deserto. È l’effetto del blitz di ieri mattina delle forze dell’ordine davanti alla stazione.
Quattro auto della squadra volante della polizia, otto mezzi dei vigili urbani e due di guardia di finanza e carabinieri sono piombate in contemporanea nel mercatino. Uno spiegamento di forze enorme, coordinato dal dirigente della volante Francesco Costantini, affiancato dal maggiore Danilo Palestini e dal capitano Mario Fioretti della polizia municipale.
Operazioni simili si sono viste in passato per sgomberare le case occupate dai rom a Rancitelli e San Donato. Questa volta nel mirino c’era la lotta contro l’abusivismo commerciale e il contrasto dell’immigrazione clandestina.

Alla fine il risultato è stato importante, almeno dal punto di vista dei numeri.
Durante il blitz sono stati sequestrati mille cd musicali e 460 per il computer. Sono stati tolti dal mercato anche 130 dvd privi del marchio Siae, 100 dei quali di contenuto pornografico.
Sottoposti a sequestro centinaia di capi d’abbigliamento, in tutto e per tutto uguali a quelli di note griffe, ma col marchio contraffatto. Sono stati requisiti 190 pantaloni e 115 giubbotti, 93 paia di scarpe, una cinquantina di portafogli, decine di cappelli, 100 cinte, 450 capi di maglieria e decine di occhiali. Tutti rigorosamente falsi.

Numeri importanti, simili a quelli di altre operazioni realizzate in piazze come Napoli o Milano. E ai sequestri della merce si aggiunge quello di 30 vetture prive di assicurazione. Erano parcheggiate vicino al mercatino e molte sono state trovate col portabagagli ancora aperto e con dentro molti capi contraffatti.
Il blitz è scattato alle 11,40 di ieri mattina. Polizia, carabinieri, guardia di finanza e vigili urbani hanno prima circondato l’area del mercatino, poi vi hanno fatto irruzione.
Le auto della forze dell’ordine sono spuntate dall’ingresso nord della stazione, da via Ferrari e dal parcheggio a pagamento. Il loro arrivo ha scatenato una fuga generale.

Alcuni extracomunitari hanno subito abbandonato la loro merce e sono scappati di corsa. Altri hanno cercato di salvare la loro mercanzia. In buona parte sono stati fermati dalle forze dell’ordine e, vista la situazione, gli altri fuggitivi hanno abbandonato la loro merce. Alcuni lo hanno fatto anche in modo inconsueto e spettacolare, lanciando in area le grosse buste e borsoni.
Nei loro occhi si leggeva la paura, ma anche lo stupore causato dai tanti agenti delle forze dell’ordine impegnati in contemporanea.

La maggior parte della merce contraffatta è stata però sequestrata nelle bancarelle. Ossia a venditori ambulanti che pagano il suolo pubblico per poter vendere nel mercatino dell’area di risulta. I giubbotti falsi della Woolrich, piuttosto che della Blauer, così come i finti jeans di Armani o di Calvin Clein, si trovavano in posti assegnati con una licenza.
Spetta ora alle forze dell’ordine scoprire chi li vendesse, ma esiste un paradosso. In un minuto la legalità ha ripreso il suo spazio nel mercato dell’area di risulta, ma ne ha fatto emergere il suo paradosso. Ossia quello di un’area di illegalità, di fatto legalizzata.

Una contraddizione che deve essere evitata quando vengono concesse o revocate le autorizzazioni agli ambulanti. La risposta è stata invece una retata che ha tolto dal mercato un’infinità di merce falsa, ma non ha risolto il problema. Ossia il fatto che chi vende merce falsa non lo può fare in un posto assegnato con una concessione comunale.