«Mio fratello ucciso senza pietà, l’assassino si poteva fermare» 

Il 53enne accoltellato e gettato nel fiume, la famiglia chiede giustizia: «Fulvio era un uomo felice, in paese lo sapevano tutti che l’omicida girava armato e minacciava chiunque gli capitasse a tiro»

POPOLI . «Doveva essere fermata prima la follia di quell’uomo. Era pericoloso, girava con un coltello in tasca, lo sapevano tutti. Fulvio era una persona buona e affettuosa, non meritava quella fine orrenda. Non potrò mai perdonare il suo assassino». È sopraffatto da «un dolore indescrivibile» Mario Declerch, 50 anni, fratello di Fulvio, il 53enne accoltellato e ucciso giovedì dal vicino di casa, Alessandro Chiarelli, 29 anni. La vittima è stata gettata nel fiume dopo essere stata trasportata dall’omicida con una carriola, attraversando il paese.
Prova «tanta rabbia» ma si fa coraggio, confortato dalla compagna e dai nipoti, per «raccontare chi era davvero Fulvio, un uomo che viveva in solitudine, ma avrebbe tanto desiderato avere di nuovo una famiglia» dopo le tante sconfitte della vita, affogate spesso nell’alcool.
La vittima era separata da due decenni, la figlia di 26 anni vive a Roma. «Era felice quando ha saputo che si era laureata», ricorda Mario che ha visto il fratello per l’ultima volta la sera prima: «Era venuto a casa per portarci i funghi, sapeva quanto piacciono a me e la mia compagna». Li aveva trovati in montagna, una delle sue passioni come andare alla ricerca degli asparagi quando non si arrangiava come taglialegna, muratore o giardiniere. «Era sereno, stava bene, gli era piaciuto l’albero di Natale che avevo appena finito». Nulla lasciava presagire il dramma consumatosi appena qualche ora dopo, durante la notte.
«Quella persona doveva essere fermata, girava per il paese armato e giorni fa aveva minacciato chiunque gli capitasse a tiro. Non so ancora di preciso cosa sia accaduto giovedì notte, forse hanno litigato ed è finita nella maniera più orrenda per mio fratello».
Fulvio Declerch, malgrado un precedente pestaggio di un anno fa a seguito del quale era finito in ospedale, non aveva voluto sporgere denuncia contro il vicino. «Quella persona era pericolosa, doveva essere fermata», ripete ossessivamente Mario Declerch (figlio come Fulvio e Dante, una sorella è morta anni fa, del minatore popolese Dante Guidi che a Charleroi, in Belgio, aveva messo su famiglia con Angela Declerch che ha dato il cognome ai figli) senza mai pronunciare il nome di Chiarelli.
«Fulvio era un uomo curato, sempre ben vestito, meticoloso, carattere pacifico, la sua casa era sempre pulita e piena di amici. A causa di problemi di salute non poteva fare lavori pesanti, ma li faceva lo stesso. Non voleva stare fermo» malgrado il reddito di cittadinanza. «Perdonare l’assassino? Mai. Se ha un briciolo di dignità, faccia i conti con la sua coscienza». L’abitazione della vittima è stata posta sotto sequestro dalla magistratura, così come quella del vicino che lo ha accoltellato alla testa e al volto, prima di gettarlo, inerme, lungo le sponde del fiume Pescara, che taglia in due Popoli. La data dei funerali non è stata ancora stabilita, ma si terranno nella chiesa di San Francesco quando, dopo l’autopsia, sarà restituita alla famiglia la salma che riposerà nel cimitero cittadino.
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