Molestie, è boom di denunce

29 Aprile 2011

Sempre di più le vittime di stalking e persecuzioni

PESCARA. Una volta, scivolavano nell'oblio perché la legge era disarmata o comunque inefficace. Oggi che gli atti persecutori, nella traduzione italiana dell'inglese stalking, hanno trovato "cittadinanza" in una norma che contempla il carcere da 6 mesi a 4 anni, è come avere rimosso ogni freno.

Denunciare è diventato più facile perché c'è più certezza, prima che della pena finale, di una misura cautelare immediata. Così, da quando a febbraio 2009 è entrato in vigore il decreto legge, è stata registrata un'impennata di segnalazioni in procura, che puntano il dito contro gli stalker: dagli ex mariti, fidanzati o compagni che non accettano che la loro donna abbia interrotto la relazione, fino ai molestatori per antonomasia, quelli che s'invaghiscono della vicina di casa, della negoziante, della ragazza incontrata per strada.

Fino al caso, raccontato pochi giorni fa, dei due fratelli settantenni, uno dei quali dovrà mantenersi alla larga dall'abitazione dell'altro tenendosi a una distanza di sicurezza di almeno 500 metri. I comportamenti molesti? Si sarebbe presentato in casa con mazza e piccone, danneggiando beni e minacciando di morte congiunto e e suoi familiari.

E dire che, fino qualche anno fa, gli atti persecutori venivano puniti in maniera blanda. E' il caso della donna risarcita con 258 euro per otto mesi d'inferno, prezzo di un amore diventato tormento, tenero conto presentato dalla giustizia per avere pedinato, ossessionato, telefonato nel cuore della notte, avvelenato i rapporti con gli amici e con la famiglia.

La magistratura di Pescara, in passato, si è trovata in difficoltà per bloccare condotte tipiche dello stalking, dal pedinamento alle minacce personali o telefoniche, riuscendo a intervenire - perché così il codice consentiva - solo quando la molestia trascendeva in un'aggressione. Basti pensare che il reato classico di «molestia o disturbo alle persone» è molto generico (basta alzare il volume dello stereo dell'auto) e viene punito sempre con una semplice ammenda.

Con la nuova norma, che introduce la reclusione (la querela della parte offesa è però sempre necessaria), ora è boom di denunce. Tre volte su quattro è comportamento tipico degli uomini, ma lo stalking ha anche una versione al femminile. In ogni caso, è diffuso, e molto più di quanto si pensi, sia a Pescara sia nella provincia.

L'aggressione è la forma più pericolosa di stalking tra gli uomini, mentre da parte delle donne il reato viene consumato in forma più lieve, attraverso appostamenti, telefonate e scenate improvvise con insulti e minacce. Il giro di vite legislativo, che prevede anche la diffida a chi si rende responsabile di atti persecutori, ha già provocato molti arresti in Abruzzo. Senza dimenticare i mille casi di maltrattamenti in famiglia, non denunciati o denunciati solo al culmine dell'esasperazione, che pur non riguardando direttamente gli atti persecutori, raccontano comunque di violenze familiari, dei quali una parte significativa, come denunciato dal presidente della Corte d'appello Giovanni Canzio in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario, vede come vittime minorenni.

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