incidente in via vestina

Montesilvano, parla il "pirata" in motorino: «Chiedo scusa, voglio dirlo alla ragazza»

Il 18enne di Cappelle sul Tavo rischia la revoca della patente fino a 12 anni: «Ero convinto di aver evitato l’incidente, mai scappato»

PESCARA. «Il pirata della strada» ha la faccia di un ragazzo di 18 anni appena compiuti, che frequenta l’ultimo anno del liceo scientifico e che fino a qualche giorno fa non vedeva l’ora di mettersi in sella allo scooter 250 di seconda mano acquistato con i soldi guadagnati quest’estate «a pulire i bagni e tutto il resto» in uno stabilimento balneare di Pescara. Ma il destino gli ha messo uno sgambetto grosso così. E in un attimo si è ritrovato nei guai fino al collo perché, da quanto ricostruito dalla polizia stradale di Pescara guidata da Silvia Conti che con gli uomini dell’Infortunistica diretti da Orazio Colantuono e della polizia giudiziaria di Antonio Cipressi l’ha rintracciato a Cappelle e denunciato in due giorni, quel ragazzo di 18 anni martedì scorso a Montesilvano ha investito con la Vespa 125 una ragazzina di 13 anni che con l’amica attraversava via Vestina sulle strisce pedonali (causandole la frattura di tibia e perone), non l’ha soccorsa ed è pure scappato. Tre accuse pesanti che, con la nuova legge sull’omicidio e le lesioni stradali, gli potrebbero costare, proprio per la fuga, la sospensione della patente fino a 12 anni; oltre al processo che dovrà affrontare assistito dall’avvocato Paolo Marino.

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Accompagnato dal padre, «il pirata della strada», com’è stato definito su tv e giornali nei giorni scorsi in cui la polizia per rintracciarlo ha diffuso i fotogrammi dell’investimento ripreso dalle telecamere della zona, D.D.B. accetta di raccontare al Centro la sua verità partendo però da un desiderio. «Non sono scappato e ho già spiegato ai miei genitori e ai poliziotti tutto. Ma quello che mi preme è andarlo a dire alla ragazzina che per colpa mia si trova in ospedale, prima di tutto per chiederle scusa, per il dolore e per tutto quello che ho provocato a lei e alla sua famiglia».

Racconta com’è andata.

Martedì scorso stavo andando in palestra, sulla Vestina in direzione Pescara. Erano le 19,20, ho trovato una colonna di macchine ferme e rimanendo sulla mia corsia ho iniziato a superare. Ma alla fine ero coperto da un furgoncino, non ho visto le strisce pedonali quando mi sono spuntate davanti le due ragazzine. Ho frenato, la ruota posteriore mi è slittata e per rimanere in equilibrio ho sterzato d’istinto. Ho sentito un rumore davanti, sì, ma ho pensato che quella botta fosse il contraccolpo dello slittamento, per come avevo sterzato all’improvviso, e ho continuato verso la palestra poco più avanti. Lì ho parcheggiato e sono andato ad allenarmi.

Ma non hai visto le ragazze cadere, non hai sentito? Possibile?

Non ho sentito nessuno che mi suonava, e le ragazze non le ho viste perché preso da quella manovra non mi sono proprio girato, sicuro che non fosse successo niente

Quando hai capito quello che era successo?

Due giorni dopo. Perché non ho visto nè tg nè giornali. Il giovedì pomeriggio stavo studiando a casa con un mio amico e lui guardando sul profilo facebook della madre mi ha fatto vedere l’appello del papà della ragazzina. Lì ho scoperto quello che era successo in via Vestina e infatti ho detto subito al mio amico “quello sono io”. E dopo una decina di minuti sono venuti a casa i poliziotti.

I tuoi genitori come l’hanno presa?

Loro mi continuavano a dire “che hai combinato, dì la verità”, ma la mia verità è questa, la sera ero tornato a casa tranquillo. Perché non mi sono proprio accorto, tant’è che dopo sono andato normalmente in palestra, ho lasciato la Vespa fuori, e l’ho continuata a tenere davanti casa anche nei giorni successivi. Non sono scappato da niente, perché per me non era successo niente.

Però è successo. Che cosa ti rimproveri?

Di non aver girato la testa per guardare, di essere stato troppo sicuro di me e dei miei riflessi.

Come ti senti a essere definito bastardo, pirata della strada e tutti gli altri insulti che circolano su Fb?

Ho la coscienza pulita. Mi dispiace solo per quello che ho provocato, ma non sono scappato.

Che cosa speri?

Mi auguro che la ragazza si rimetta al più presto, e di poterla incontrare.

Come sono stati questi giorni?

Il pensiero è fisso a quella povera ragazzina e a quello che poteva succedere. Ho avuto spesso la testa che mi scoppiava.

Hai rimorsi?

Se tornassi indietro mi girerei a guardare, invece di proseguire convinto di essere stato bravo a evitare l’incidente.

Un consiglio ai tuoi coetanei.

Di andare piano, anzi più realisticamente di non andare troppo veloce e soprattutto di stare attenti alle strisce pedonali che spesso neanche si vedono. Perché la vita è preziosa e ce n’è solo una. E in un attimo può cambiare tutto.

Che cosa ti ha fatto più male in questi giorni? Continui ad andare a scuola, come l’hanno presa compagni e professori?

Mi fa male essere stato definito un bandito, un pirata della strada. Chi mi conosce sa che non è così. Anche a scuola gli amici con cui ho confidenza mi si sono avvicinati per sapere com’era andata e mi hanno creduto. È chi non mi conosce che mi descrive come un mostro. Ho perfino dovuto cancellare il mio profilo Fb, c’è chi mi minaccia, chi mi insulta. Ma io sono qui, non ho paura, non sto scappando da nessuno, si presentassero senza problemi, mi prendo le mie colpe e spiego tutto.

Rischi la sospensione della patente fino a 12 anni, ma la patente ce l’hai?

Mi mancavano le guide, ma il giorno in cui sono venuti i poliziotti avevo appena pagato i bollettini per fare l’esame per la moto 250. Resterà ferma.

Che cosa vorresti?

L’aspetto penale farà il suo corso, e so già che peserà sul mio futuro, ma per la mia coscienza voglio solo andare a chiedere scusa alla ragazza e alla sua famiglia. Anche all’altra ragazzina, per la paura che le ho provocato. Mi dispiace.

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