Movida tra caro bollette e divieti I gestori dei locali: siamo nei guai

9 Settembre 2022

«Quest’estate? Con le manifestazioni negate è stata una presa in giro. E ora l’inverno sarà più triste» E si iniziano a sentire anche i problemi economici: «Non solo i costi, si è ridotto il potere di acquisto»

PESCARA. Un agosto col “pienone” che ha seguito i mesi di giugno e luglio giudicati deludenti. Ha due facce l’estate che si avvia a conclusione per i gestori della zona di piazza Muzii ,che ora guardano all’autunno con preoccupazione, specie per le spese lievitate e le bollette troppo care.
Avrebbero voluto di più gli esercenti del cuore della movida centrale, bloccati durante la stagione calda anche nell’organizzazione di eventi per via dell’eterna diatriba con i residenti. All’inizio dell’estate gli esercenti del quadrilatero avevano chiesto al Comune l’autorizzazione a organizzare un ciclo di serate per movimentare la zona almeno fino alle 23,30, ma poi i lavori per l’approvazione del piano acustico e la battaglia legale dei residenti hanno impedito la realizzazione del progetto. «Per piazza Muzii è stato positivo il solo mese di agosto, uguale allo scorso anno», analizza Gigi Pasetti, titolare di diverse attività della zona, «date le limitazioni imposte dal Comune anche su un programma, organizzato con la collaborazione di Confartigianato, che prevedeva un evento settimanale, per altro completamente sponsorizzato dagli esercenti. Assurdo, di questi tempi», afferma. «La politica deve tirare fuori le capacità mediatorie, mettendo d’accordo le esigenze di esercenti e residenti, altrimenti si troverà una serie infinita di ricorsi da una parte e dall’altra e questa non è la soluzione. L’economia della città non sembra al centro dei problemi, come se il turismo fosse un furto al territorio anziché la sua valorizzazione». Secondo l'imprenditore «è urgente istituire un tavolo permanente di lavoro tra tutti gli attori del turismo che predispongano un piano adesso per rendere questa città più ricca per tutti».
«Da marzo avevamo messo in piedi un programma di eventi valido, che alla fine ci hanno autorizzato troppo tardi», riepiloga Filippo De Bonis. «È stata una presa in giro. Ormai abbiamo abbandonato ogni speranza, trovandoci una macchina ferma e ingolfata. Credo che stiamo andando incontro a una fase ancora più triste. Le bollette sono davvero pesanti. Da 300 euro di luce al mese che pagavo, ad agosto mi sono trovato di fronte un conto da mille euro, ma la corrente che ho usato è stata sempre la stessa. Abbiamo passato l’inverno ad aspettare l’estate e l’estate ad attendere che finissero le feste sulla riviera. Prima la città veniva vissuta per intero in diverse fasce orarie. Ora no. È chiaro che siamo in un mare di guai». Parla di una perdita di almeno il 30 per cento rispetto al 2021 Mario Palladinetti, referente per l’associazione Pescara Viva. «Questo dipende dalle ordinanze restrittive dei mesi invernali. Ormai la piazza ha perso forza. Le scelte fatte dall’amministrazione stanno rendendo Pescara la città del riposo. Quello eterno però. Poi ci sono i problemi economici che si cominciano a sentire. Gli scontrini medi si sono abbassati e il potere d’acquisto si è ridotto». «Non me ne voglia l’attuale amministrazione, ma Pescara non ha un’identità precisa e non si è lavorato molto sul turismo», commenta Francesco Silvestri, referente per i pubblici esercizi di Confesercenti. «Sicuramente siamo stati favoriti dall'assenza di ordinanze e il fatto che l’entrata in vigore del piano acustico sia stata ritardata ci ha dato la libertà di esprimerci sempre nel rispetto dei residenti. Per l’autunno faremo un passo alla volta, ma restiamo ottimisti».
Positivo il giudizio di Cristiano Tego, titolare di un cocktail bar della zona. «L'estate era partita bene, a maggio e giugno una bella affluenza. La riapertura degli stabilimenti. che hanno potuto ricominciare a organizzare le serate dopo 2 anni di pandemia, ha attirato la gente sul mare, per cui luglio è stato sottotono, ma ad agosto ci siamo ripresi. Per l’autunno, ci aspettiamo bei numeri».