Multe mai pagate, in arrivo ingiunzioni per sei milioni 

Parte l’accertamento per i verbali arretrati: 12mila cartelle di pagamento

PESCARA. Multe non pagate per oltre 6 milioni di euro tra il 2018 e il 2019. Sono in arrivo le ingiunzioni di pagamento inviate dalla Adriatica Risorse spa, la società al 100% comunale che si occupa della riscossione delle tasse locali: sono oltre 12mila le cartelle notificate e da notificare in questi giorni nelle case dei pescaresi. Il Comune vuole tentare la riscossione degli arretrati prima della scadenza della prescrizione – il termine per le contravvenzioni è di 5 anni – per evitare possibili danni erariali e mettere in sicurezza le casse dell’ente. Ma, a livello cronologico, le ingiunzioni arrivano in un momento di crisi per le famiglie segnato dal caro bollette. E arrivano mentre l’amministrazione Masci è pronta ad accendere, tra due settimane, altri 12 semafori con le telecamere in piazza Italia e all’incrocio tra viale D’Annunzio e via Conte di Ruvo, che si aggiungono agli impianti già in funzione in via Ferrari, in via Tiburtina (angolo con via Stradonetto) e in via Tirino (tra via San Donato e strada Colle Renazzo).
COME SI PAGA Le cartelle vanno pagate «entro 30 giorni» dalla notifica con il bollettino allegato o via bonifico. Le cartelle, firmate dall’amministratore unico dell’Adriatica Risorse Domenico Di Michele, precisano che, in caso di mancato pagamento, «anche parziale», si rischiano «il fermo amministrativo dei veicoli di proprietà del debitore», «iscrizione di ipoteca sugli immobili del debitore» e «pignoramento immobiliare». «Il tutto con aggravio di spese e interessi». È di 30 giorni il termine per fare ricorso. «Eventuali chiarimenti e/o documentazione» possono essere richiesti al comando dei vigili urbani in via del Circuito mentre per «precisazioni» sulle modalità di pagamento o «dubbi interpretativi» bisogna rivolgersi all’Adriatica Risorse in via Venezia 8.
INCUBO PEC Tra i 12 mila debitori delle multe c’è anche chi non sapeva di essere stato sanzionato. Un caso è quello di Luigi Ruggieri e della moglie che hanno appena ricevuto una cartella da 1.163,20 euro per due multe risalenti al 2018 e al 2019. «Non sapevamo di aver preso quelle multe», racconta, «altrimenti le avremmo pagate subito e avremmo risparmiato e, invece, adesso ci ritroviamo a pagare oltre 1.100 euro». Ma com’è possibile? La notifica di quei verbali era avvenuta con la posta elettronica certificata (pec) pochi mesi dopo le infrazioni: «Mia moglie fa la fruttivendola e, per essere iscritta alla Camera di commercio, ha una pec ma non la usiamo mai. Non abbiamo visto quelle multe: abbiamo scoperto di essere stati multati solo quando ci è stata notificata l’ingiunzione di pagamento, quindi, a distanza di 4 anni. E adesso», dice Ruggieri mostrando le cifre sulla cartella, «l’importo è triplicato: non è giusto». La cartella precisa che «i verbali sono diventati definitivi in quanto non è stato proposto ricorso nei termini previsti e non è avvenuto il pagamento in misura ridotta»: «Ma noi non sapevamo di essere stati multati, come potevamo pagare subito o fare ricorso in tempo?», si domanda.
RICORSI IN ARRIVO Il Comune punta sulle notifiche via pec: la mail spedita via pec ha valore legale anche se l’uso non pare così diffuso. Per questo, c’è rischio di ricorsi per contestare il metodo di notifica dei verbali.