Muore trafitto da un pezzo d'acciaio

2 Giugno 2010

L'impianto idrico a pressione è esploso e la valvola ha ucciso l'operaio

ROSCIANO. Trafitto da una valvola d'acciaio, un disco che gli è esploso contro trapassandogli lo sterno, uccidendolo sul colpo. Così Marco Perrucci, operaio di Bucchianico, ieri mattina ha perso la vita in un cantiere edile a Villa Oliveti di Rosciano. Non ha avuto scampo: quando sono arrivati i soccorsi il suo cuore aveva smesso di battere.

Perrucci avrebbe compiuto 33 anni il 21 giugno. Era un saldatore, un operaio specializzato che lavorava su commissione e ieri era impegnato in un residence in costruzione, Borgo San Benedetto. La ditta per cui stava prestando la propria attività è la Dlb di Pescara, guidata da una donna, e insieme a Perrucci c'erano tre persone, tra cui il direttore dei lavori, marito della titolare.

Quando si è verificato l'incidente erano in corso le prove tecniche di tenuta degli impianti idrici, con l'immissione nelle tubature di aria ad alta pressione. All'improvviso, quando l'aria è stata pompata nell'impianto, è esplosa la valvola che teneva collegati la condotta da testare e il tubo di trasmissione dell'aria.

Questa valvola - spiegano i carabinieri della compagnia di Penne, coordinati dal capitano Massimiliano Di Pietro - è un disco di acciaio su cui si erge uno spuntone. In un millesimo di secondo è saltata e si è scaraventata contro Perrucci, che era a poca distanza, circa 4 metri, nonostante avrebbe dovuto tenersi alla larga per motivi di sicurezza. Il disco lo ha raggiunto allo sterno, trapassandogli il corpo. Poco dopo il giovane è morto.

Inutile l'allarme partito dal cantiere e inutile la corsa del personale del 118, arrivato a Villa Oliveti con ambulanza ed elicottero. Da Pescara sono partiti anche i vigili del fuoco, che hanno recuperato il corpo, pare in una sorta di buca, e si sono occupati di una serie di accertamenti insieme al personale della Direzione provinciale del lavoro. Dopo aver ricostruito la dinamica dell'infortunio, gli uomini del capitano Di Pietro hanno denunciato per omicidio colposo il direttore dei lavori, D.C., 41 anni, di Pianella. L'uomo avrebbe dovuto fare in modo che Perrucci si tenesse a una certa distanza da quella valvola.

Ora la salma dell'operaio è all'obitorio dell'ospedale di Pescara, in attesa dell'autopsia che si sarà disposta dal sostituto procuratore Salvatore Campochiaro. L'area è stata sequestrata e si attende di conoscere l'esito degli approfondimenti disposti su operai, sicurezza, prevenzione e tutto ciò che riguarda il cantiere, che proprio nei prossimi giorni sarebbe stato oggetto di un'ispezione dei carabinieri. Sarà un perito nominato dalla Procura, poi, a studiare l'impianto killer su cui stava lavorando Perrucci.

Il saldatore lascia una famiglia molto numerosa, in contrada Colle Sant'Antonio di Bucchianico, dove viveva di fronte alla casa dei suoi genitori. Oltre a mamma Margherita e papà Umberto, entrambi agricoltori, Marco aveva diversi fratelli e sorelle, ed era fidanzato con una giovane del posto. Impossibile raccontare il dolore di queste ore per una morte tanto assurda, che allunga drammaticamente la scìa di sangue tracciata negli ultimi giorni in Abruzzo dalle morti bianche.

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