Museo delle Genti, via ai tagli

Mancano i fondi, oggi parte la cassa integrazione per 11 lavoratori

PESCARA. Il record di visitatori non basta a risollevare il Museo delle Genti d'Abruzzo dall'onda lunga della crisi economica. Scatta oggi la cassa integrazione per 11 dipendenti della struttura.

Per risollevare le sorti della struttura che sorge nel cuore del centro storico pescarese, ci sarebbero bisogno di almeno 30 mila euro in più all'anno. La cifra, che si andrebbe ad aggiungere al risicato contributo comunale (200 mila euro all'anno), è resa nota da Giulio De Collibus, presidente della fondazione Museo delle Genti d'Abruzzo.

Al momento, l'obiettivo della società che gestisce il museo è chiudere il bilancio 2011 in pareggio. È così che, nel corso di una riunione interna che si è tenuta nei giorni scorsi alla presenza di dirigenti e personale, è stata decisa una drastica riduzione degli stipendi. In questa situazione di difficoltà si trovano gli 11 addetti fissi, a partire dal direttore Ermanno De Pompeis, e gli altri dipendenti stagionali che vengono chiamati in servizio in corrispondenza di particolari eventi o rassegne.

La cassa integrazione a rotazione scatta a partire da oggi e andrà avanti fino al 31 dicembre prossimo. Il sacrificio dei lavoratori servirà a garantire la continuità dei servizi offerti dal museo e il prosieguo delle tante attività didattiche pensate per gli alunni delle scuole.

Come rende noto De Collibus, il cortocircuito è stato determinato dalla carenza di fondi. Il museo, in questi anni, è riuscito a mantenersi a galla grazie agli stanziamenti pubblici versati dal Comune e agli incassi derivati, oltre che dagli ingressi, dall'organizzazione di aste o dal contributo di sponsor privati. «Il guaio», sottolinea il presidente De Collibus, «è che i fondi pubblici sono rimasti inalterati da più di dieci anni, da quando ci siamo costituiti in fondazione nel lontano 1999. Siamo passati dai 400 milioni di vecchie lire agli attuali 200 mila euro che, con l'inflazione e l'innalzamento del costo della vita, sono diventati insufficienti per portare avanti la mole di esposizioni, mostre e percorsi didattici che si snodano tra le varie sale». Il Museo delle Genti d'Abruzzo ha già rinunciato alla pubblicazione dei famosi quaderni e alla ristampa di un libro per bambini sulla preistoria. Di questo passo, nei prossimi mesi, si dovrà fare a meno di tanti altri servizi.

Eppure la cifra che servirebbe al museo per portare avanti le diverse attività non è proibitiva: 30 mila euro in più. Oltre alla serenità assicurata alle famiglie dei 18 dipendenti, il contributo servirebbe a scongiurare anche l'incubo chiusura che, al momento, i vertici della fondazione escludono categoricamente. «Manca una legge regionale seria», incalza De Collibus, «sono anni che la Regione non versa una lira per i musei. L'attuale normativa va aggiornata per consentire la sopravvivenza anche delle piccole strutture».

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