Negoziante assolto: non importò anabolizzanti

13 Ottobre 2018

Enrico Cassano era accusato di avere venduto in città sostanze dopanti provenienti dalla Spagna

PESCARA. Assolto con formula piena perché «il fatto non costituisce reato». Si chiude nel modo migliore per Enrico Cassano, 39 anni, proprietario del negozio Vitamin store, un lungo calvario cominciato sette anni fa, quando finì agli arresti domiciliari perché sospettato di aver importato sostanze dopanti dalla Spagna per poi rivenderle sulla piazza pescarese. La sentenza di assoluzione è stata emessa dalla Corte d’appello dell'Aquila, la quale nei giorni scorsi ha completamente ribaltato la decisione del tribunale di Pescara che il 9 ottobre dello scorso anno aveva condannato Cassano a 3 anni e 10 mesi.
Il 39enne, in primo grado, era stato anche interdetto per cinque anni dai pubblici uffici e condannato al pagamento di una multa di 8.800 euro. I giudici aquilani hanno invece accolto le tesi difensive dell'avvocato Massimo Solari, riconoscendo l'innocenza dell'imputato. L'inchiesta, portata avanti dai carabinieri del Nas, all'epoca diretti dal capitano Marcello Sciarappa, e coordinata dal pm Valentina D'Agostino, era partita nel 2009 da una segnalazione dell'Agenzia del farmaco spagnola che aveva notato delle spedizioni sospette di Winstrol, un medicinale vietato in Italia per i gravi effetti collaterali che provoca al fegato. Un'altra spedizione di Winstrol, sempre indirizzata al proprietario del Vitamin store, era stata intercettata alla dogana di Ventimiglia. Cassano era così finito sotto osservazione e nel dicembre 2011 era stato posto per due giorni agli arresti domiciliari e poi per quattro mesi all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Interrogato dal gip, aveva respinto tutte le accuse a suo carico sostenendo sostanzialmente che le sostanze dopanti erano per uso personale.
In particolare, Cassano era accusato di aver esercitato il commercio di «specialità medicinali anabolizzanti o comunque incluse in classe doping, introdotte illecitamente in Italia, mediante predisposizione e tenuta di canali di commercio diversi dalle farmacie aperte al pubblico, dalle farmacie ospedaliere, dai dispensori aperti al pubblico».
Sostanze anabolizzanti che «riceveva e cedeva le sostanze anabolizzanti a diversi soggetti che praticavano attività sportive». Nel mirino della procura era finito, soprattutto, il farmaco anabolizzante Winstrol, che, sempre secondo l'accusa, il proprietario del Vitamin store, nel periodo compreso tra il gennaio e il marzo 2008, «si faceva spedire dalla Spagna nella sede della propria attività», indicando "fittiziamente" che a quell'indirizzo si trovava un deposito di farmaci realmente esistente, in realtà estraneo a tutta la vicenda. Le confezioni del farmaco Winstrol, a giudizio dell'accusa, erano poi introdotte «nel mercato clandestino».
Tutte accuse dissoltesi in secondo grado con l'assoluzione piena arrivata dopo ben sette anni dall'arresto dell'imputato. Tempi biblici che si scontrano con il diritto alla ragionevole durata del processo.