Nuova protesta alla Cir In piazza anche i sindaci

Tocco da Casauria, gli amministratori degli enti solidali con i lavoratori licenziati «Servono garanzie sui posti di lavoro, la Regione contatti i dirigenti dell’azienda»

TOCCO DA CASAURIA. Si sono trovati all'appuntamento davanti ai cancelli della Compagnia italiana rimorchi, Cir, per inscenare probabilmente l'ultima manifestazione e per far sentire la loro voce ad un interlocutore da molto tempo assente sulla scena lavorativa. I dipendenti della Cir, 80 licenziati a fine dicembre 2015 e gli ultimi 8 a fine gennaio 2016, hanno voluto stimolare anche l'altra società che silenziosamente lavora a Tocco, in un’ala del complesso edilizio Cir di cui hanno acquistato un ramo aziendale denominato Italiana rimorchi (Ir).

Sono i polacchi della industria metalmeccanica Wielton che al momento impiega una ventina di maestranze ex Cir. «Avevano annunciato per fine anno 2015», spiega Gino Marinucci della Fiom Cgil, in testa alla manifestazione dell'altro ieri, «di poter assumere almeno altri 20 dipendenti in base agli andamenti del mercato, ma in seguito non si è saputo più niente, né c'è stata la possibilità di entrare in contatto con i vertici aziendali. Ci siamo nuovamente trovati davanti alla fabbrica per chiedere l'intercessione delle istituzioni a fare chiarezza su una situazione paradossale che sembra essere blindata senza che se ne sappiano i motivi».

Tra i lavoratori, anche quattro sindaci dei centri del casauriense, la zona di provenienza della maggior parte delle maestranze: Luciano Lattanzio, di Tocco da Casauria, Piero Di Giulio, di Torre de' Passeri, Silvina Sarra, di Bolognano e Gianluca Chiola, di Castiglione a Casauria, solidali con i lavoratori e anche loro in attesa di poter conoscere i piani produttivi della Italiana rimorchi che a Tocco esegue verniciatura ed assemblaggio dei pezzi prodotti in Polonia.

«Ci siamo rivolti al vice presidente della giunta regionale Giovanni Lolli», dice Lattanzio, «che conosce bene la situazione Cir, chiedendogli di contattare i dirigenti di Ir e avere con loro un tavolo di confronto, se non altro conoscere le persone che ospitiamo nel nostro Comune e che, anche se a ranghi ridotti, riesce a immettere sul mercato internazionale una produzione che avviene in questo territorio. Noi ci abbiamo provato, ma non abbiamo mai ottenuto risposta». Per Marinucci, ci sono altri risvolti da rendere palesi «come», avverte, «le indicazioni su un nuovo investitore che si sarebbe fatto avanti in questi mesi per rilevare la Cir, manifestando il il proprio interesse in Regione e i motivi dello smantellamento dei robot di produzione in atto nello stabilimento».

©RIPRODUZIONE RISERVATA