Nuove crepe sul Calice di Ito

Il perito a Mascia: l’opera non si tocca fino a novembre.

PESCARA. «Si stanno allargando le crepe già presenti sul Calice di Toyo Ito». E’ l’allarme lanciato ieri dal sindaco, Luigi Albore Mascia, che ha effettuato giorni fa un sopralluogo in piazza Salotto. E ora si teme che l’opera del famoso artista giapponese, costata un milione 100mila euro, possa addirittura sbriciolarsi sotto il sole. Ma la scultura «Huge wine glass», cioè Calice di vino, acquistata con i soldi del cementificio Lafarge e della Caripe, non può essere assolutamente rimossa, almeno fino al prossimo novembre, perché c’è una perizia in corso. L’avvertimento è arrivato dall’architetto, Domenico Lucarelli, che lo scorso 15 giugno ha ricevuto dalla procura di Pescara l’incarico di perito nell’ambito del contenzioso, ancora aperto, tra il Comune e la società di Pomezia, Clax Italia, l’azienda costruttrice del Calice su progetto dell’artista giapponese, Toyo Ito.

L’esperto ha il compito di accertare le cause del danno dell’opera e di fare luce sul presunto mancato pagamento di alcune fatture, denunciato dall’azienda. Ieri mattina, il perito si è presentato in Comune per parlare con il sindaco. Durante il colloquio, l’architetto Lucarelli ha fatto presente che la perizia sul Calice è ancora in corso e che ci sono tre mesi di tempo per presentare i risultati dei controlli ai magistrati. Tuttavia, avendo ricevuto l’incarico in piena estate, bisogna calcolare 45 giorni di sospensione dell’attività giudiziaria per le ferie. I 90 giorni per la perizia aggiunti ai 45 diventano, quindi, 135. Si arriva così a novembre. L’esperto non avrebbe ancora raggiunto un numero di elementi sufficienti per poter affermare con certezza quali cause abbiano determinato la spaccatura dell’opera dopo 64 giorni dal suo arrivo in piazza Salotto.

Ci sono delle responsabilità da accertare. Per questo, sono state aperte due inchieste della procura. La prima sull’ipotesi di truffa, condotta dal pm Gennaro Varone, è stata già chiusa. La seconda, del pm Paolo Pompa, è ancora in corso. Inoltre, c’è una causa civile tra il Comune e la Clax Italia. Il pasticcio è cominciato quando l’ex sindaco, Luciano D’Alfonso, ha inaugurato l’opera il 14 dicembre dell’anno scorso, il giorno prima del suo arresto. Nel febbraio scorso, dopo due mesi dall’installazione del Calice in piazza Salotto, la scultura di Toyo Ito, che doveva diventare uno dei simboli della città secondo il volere di D’Alfonso, si è spaccata in due. Albore Mascia, già in campagna elettorale, aveva annunciato la volontà di rimuoverla da piazza Salotto e di sostituirla con un’opera del maestro Cascella.

Ma la speranza di realizzare questo intervento in tempi brevi è ora tramontata. «Temevano che il crollo dello Huge wine glass si sarebbe risolto in un contenzioso lungo e dannoso per le casse e l’immagine della città», ha commentato il sindaco, «avevamo chiesto alla passata amministrazione di chiarire subito la vicenda dei pagamenti, della proprietà del manufatto e di individuare le cause del guasto, per consentire la rimozione del Calice». «La passata amministrazione ha risposto picche», ha concluso, «affermando di aver strappato alla Clax l’impegno a ricostruire da zero a proprie spese l’opera. Oggi sappiamo che non è così».