Nuovo direttore: Grimaldi è a un passo dalla nomina

Dipartimento regionale Sanità: entro martedì la decisione sul dopo D’Amario Ma trapelano anticipazioni: l’alto dirigente diventa sempre più in pole position
PESCARA. La corsa a tre per il dopo Claudio D’Amario si sarebbe ridotta a un solo nome, quello dell’alto dirigente della giunta regionale Emanuela Grimaldi. Una donna alla guida del Dipartimento in uno dei momenti più delicati della sanità abruzzese alle prese con disavanzi di quasi 200 milioni di euro e con i piani di rientro, lacrime e sangue, che venerdì hanno ricevuto il via libera con prescrizioni da parte delle Commissioni consiliari Bilancio e Sanità. E sarà una donna, l’assessore Nicoletta Verì, forse già tra domani e martedì, a proporre alla giunta regionale la delibera per la nomina.
Le voci su questo epilogo di una istruttoria veloce, partita dalla mattina del 24 settembre scorso e limitata a tre concorrenti, si sono fatte insistenti ieri. A presentare le domande, oltre a Grimaldi, sono stati Ebron D’Aristotile, direttore del Servizio Programmazione economico-Finanziaria del Servizio sanitario nazionale, e Camillo Odio, dirigente del Dipartimento Salute.
La super favorita è direttore del Dipartimento di Presidenza della Regione Abruzzo. Tra i numerosi incarichi che Marsilio le ha conferito spiccano la partecipazione all’incontro con l’allora ministro Fitto a Roma e la nomina a referente tecnico della Task Force per il Pnrr. Più nello specifico, la 49enne direttrice regionale è stata dirigente amministrativo del Servizio Assistenza Farmaceutica e Trasfusionale – Innovazione ed appropriatezza; e ancora prima dello staff di Direzione generale della Asl di Teramo: ruoli funzionali a quello che, salvo sorprese, ci accinge a ricoprire. E a proposito del via libera condizionato alla manovra delle Asl, c’è da fare una riflessione a mente fredda partendo dalla frase con cui si concludono i quattro pareri. «Le Commissioni suggeriscono alla Giunta regionale di valutare le opportune iniziative nel caso di sforamento superiore al 20% del disavanzo dichiarato (dalle Asl, ndr) e di fornire indirizzi in ordine alla necessità di non superare il 70% di tale somma per il 2025 quale disavanzo (o la diversa percentuale ritenuta congrua), alla luce del dato complessivo dell’ultimo triennio». Così scrivono i presidenti, Paolo Gatti, di FdI per la quinta Commissione Sanità, e Vincenzo D’Incecco, della Lega per la prima Commissione Bilancio. È un’operazione politica confezionata con il cesello perché, dopo aver scaricato sui manager Asl tutte le responsabilità per i piani di rientro, tratta con i guanti di velluto l’esecutivo Marsilio. Nessun commissariamento da parte dell’organo legislativo: Gatti e D’Incecco pesano con un bilancino di precisione la parola chiave: “suggeriscono” alla Giunta di valutare le opportune iniziative. (l.c.)