Spoltore

Omicidio Alina, condannato a 18 anni il compagno Mirko De Martinis

11 Settembre 2025

Condannato a 18 anni Mirko De Martinis, il compagno di Alina Cozac, 44enne di origine romena, morta nel gennaio 2023

CHIETI. La Corte d'Assise di Chieti ha condannato a 18 anni di reclusione, riqualificando l'omicidio volontario aggravato in omicidio preterintenzionale aggravato, Mirko De Martinis, accusato aver ucciso la convivente Alina Cozac, strangolandola in casa a Spoltore, nel Pescarese, nella notte del 22 gennaio 2023. La sentenza è stata pronunciata dopo oltre due ore e mezza di camera di consiglio. L'accusa aveva chiesto l'ergastolo, mentre la difesa di De Martinis, con l'avvocato Michele Vaira, ha confermato la richiesta di assoluzione perché il fatto non sussiste.

De Martinis è stato anche interdetto in perpetuo dai pubblici uffici e condannato a risarcire i danni in separata sede alle parti civili. L'uomo, che si trova agli arresti domiciliari, ha seguito in aula anche questa udienza del processo, per le parti civili era presente Maria Magdalena Cozac, una delle sorelle della vittima: le parti civili sono assistite dagli avvocati Valter Biscotti, Alessandra Lepri e Fernando La Rovere. All'udienza di oggi si è giunti dopo che la Corte d'Assise, il 31 marzo, ha disposto una perizia medico legale per accertare le cause della morte della donna dal momento che i risultati degli accertamenti tecnici delle parti sono stati ritenuti "contrastanti e inconciliabili". La causa della morte di Alina Cozac è stata l'asfissia meccanica per compressione al collo, ha stabilito la perizia effettuata dal medico legale Roberto Testi, direttore di medicina legale della Asl di Torino, e dall'anatomo patologo Stefano Taraglio, nominati dalla Corte. Secondo l'accusa il movente è da ricercare nel fatto che la donna avesse deciso di lasciare il convivente per trasferirsi, proprio quel giorno, a casa di un'amica. "La giovane Alina, che conviveva per necessità con l'imputato - ha fra l'altro detto la pm Mantini nella sua requisitoria -, aveva deciso di cambiare vita, di cambiare luogo di vita, di andare via di casa, di trovarsi autonomia economica, era una donna piena di vita e piena di desiderio di recuperare la propria vita libera, la propria libertà". Di avviso opposto la difesa. Secondo l'avvocato Vaira, infatti, non c'è prova e indizio, c'è prova che il giorno dopo sarebbe andata via di casa. Ed aveva indicato fra le cause della morte una patologia delle quali soffriva la donna.