Omicidio di Montesilvano, gli amici a caccia dell’assassino: pure una taglia su Facebook

Il killer di Antonio Bevilacqua in fuga da 5 giorni, sul social pubblicata la sua foto e offerta una ricompensa per trovarlo

PESCARA. Ora, lo cercano tutti. Le forze dell’ordine che gli danno la caccia ormai da 5 giorni e, adesso, anche gli amici di Antonio Bevilacqua, il rom di 21 anni ucciso con un colpo di fucile in faccia in un pub di Montesilvano. Se i carabinieri continuano a mantenere riservata l’identità del sospettato, su Facebook c’è chi pubblica le sue foto e gli mette una taglia addosso: «Chiunque vede questa persona», scrive un amico della vittima, residente a Montesilvano, «è pregato di contattarmi in chat. Non avvisate le forze dell’ordine, contattatemi tempestivamente». E si promettono anche soldi: «Colui che riuscirà a farlo rintracciare sarà generosamente ricompensato».

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Il tempo passa e del sospettato dell’esecuzione messa a segno tra i clienti seduti ai tavolini a bere birra non c’è traccia e il suo cellulare è spento. Dalle 2,50 del 16 settembre scorso, il presunto assassino, un pizzaiolo di 46 anni di Montesilvano, ha fatto perdere le sue tracce: l’ultima immagine ripresa dalle telecamere del pub lo ritrae mentre fugge con un cappuccio in testa e il fucile stretto in pugno. Poi, il buio. I carabinieri ipotizzano che il killer non sia andato lontano: l’uomo è ricercato a Pescara e nelle campagne del circondario. Ma si cerca anche fuori dall’Abruzzo. Sull’identità dell’assassino, i carabinieri, coordinati dal pm Paolo Pompa, non sembrano avere dubbi: finora a incastrare il sospettato ci sono i filmati delle telecamere e il racconto di un supertestimone ripreso accanto all’assassino pochi secondi prima del delitto proprio a un passo dall’ingresso del locale BirraMi, in via Verrotti.
Con il nome e il volto del presunto assassino pubblicati su Facebook, la famiglia del sospettato ha lanciato un appello attraverso il Centro e assicurato che non vogliono coprire la latitanza: «Consegnati», questo il messaggio della mamma rivolto al figlio. E poi un messaggio anche per la famiglia della vittima: «Chiedo perdono».
«Non esiste perdono. E comunque, adesso, l’unica cosa che conta è prendere l’assassino», dice Giancarlo De Marco legale della famiglia Bevilacqua. Il giorno dopo i funerali, la famiglia della vittima non è pronta ad accettare quello scuse. «Io comprendo il dispiacere di questa donna, ma non esiste possibilità di un contatto con la famiglia Bevilacqua», dice De Marco. Con l’assassino che non si trova ancora non può esserci spazio per il perdono, dice l’avvocato. Adesso, dice, l’imperativo è assicurare alla giustizia il responsabile dell’omicidio che, in un pugno di secondi, ha stroncato la vita di un ragazzo, papà di una bambina di pochi mesi. «Adesso l’unica che conta è prendere l’assassino. Poi, tutto il resto si vedrà», dice De Marco.
E su Facebook si è aperta la caccia all’uomo parallela: c’è qualcuno che vuole trovare l’assassino prima delle forze dell’ordine. E sempre via Facebook ha indirizzato un messaggio al sospettato anche la figlia: «Ho la sfortuna di portare il tuo cognome», scrive disconoscendo il padre. E ancora: «Mia madre ti ha lasciato venti anni fa perché la massacravi di botte. Eri un violento e tale sei rimasto. Se sei stato tu meriti di fare la peggiore fine. Mi hai solamente rovinato la vita».
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