Operaio ucciso dall’esplosione Preparava i fuochi d’artificio 

Un morto e un ferito nell’area esterna a una fabbrica di materiale pirico a Caprafico

TERAMO. Il perché lo dirà l’inchiesta della Procura. Ma prima che nei fascicoli giudiziari, la cronaca di una tragedia è in quello «scappa» urlato al collega più giovane assunto solo da pochi giorni. Dino Trignani, 62enne di Castilenti a un mese dalla pensione, ha gridato con tutto se stesso: l’ultima cosa che ha fatto prima che una violenta esplosione lo uccidesse. È successo nel primo pomeriggio di ieri all’esterno della fabbrica di fuochi d’artificio Di Blasio di Caprafico, una frazione di Teramo. L’altro dipendente, L.D.G., 43enne di Basciano, si è salvato: è rimasto ferito in modo lieve a un timpano. I due erano in un’area esterna di prova, a circa 800 metri dallo stabile della ditta, che viene usata sia per le prove di nuovi prodotti e sia per l’eliminazione degli scarti. Da una prima ricostruzione fatta dai carabinieri sembra che stessero provando dei nuovi fuochi d’artificio. Trignani, ritenuto operaio esperto, aveva già fatto una prima operazione che si era conclusa senza problemi. Nella seconda, invece, qualcosa non è andato così come avrebbe dovuto. L’esplosione è stata violentissima e per l’uomo non c’è stato nulla da fare. È riuscito solo ad urlare all’altro di scappare. Lui non c’è riuscito.
L’esplosione e l’allarme
lanciato dal ferito
Il drammatico incidente è avvenuto poco prima delle 14. Gli altri dipendenti erano all’interno dello stabile in cui si trovano gli uffici. Hanno raccontato di aver visto il vetro delle finestre rompersi. È stato il 43enne di Basciano addetto alla manutenzione e al magazzino, dipendente solo da lunedì scorso dell’azienda e che si trovava in prossimità dell’area di prova, a dare l’allarme dopo essersi allontanato di corsa. I soccorsi sono stati immediati e in poco tempo sul posto sono intervenute le ambulanze del 118 e le squadre dei vigili del fuoco. Inizialmente si era diffusa la voce che l’esplosione fosse avvenuta all’interno della ditta e questo ha fatto presagire un bilancio ben più grave. Ipotesi, quest’ultima, subita smentita dagli stessi pompieri intervenuti nell’area esterna alla ditta. I vigili hanno subito messo in sicurezza tutta la zona scongiurando già nell’immediato ogni altro pericolo e provvedendo anche a spegnere un piccolo incendio di alcune rotoballe di fieno vicino al punto in cui c’è stata l’esplosione . Sul posto dell’incidente, insieme ai carabinieri della compagnia di Teramo, sono intervenuti anche gli artificieri dell’Arma e i tecnici dell’ufficio prevenzione dell’Asl.
L’AZIENDA: la sicurezza
È nostra priorità
La ditta Di Blasio Elio Fireworks fa sapere: «L’esplosione non è avvenuta in fabbrica che è rimasta intatta e senza alcuna conseguenza, ma nell’area esterna di prova ben distante e che è stata omologata e certificata pochi mesi fa. La sicurezza è la nostra priorità sia per quanto riguarda le condizioni di lavoro dei dipendenti che quelle del prodotto: sia l’attrezzatura di Trignani che l’area rispettano gli standard previsti dalle legge. La presenza in prossimità del sito di esplosione di L.D.G. che svolge la funzione di magazziniere e di manutenzione è stata del tutto casuale trovandosi di passaggio proprio nel momento della deflagrazione». La ditta di Blasio Elio Fireworks opera a Caprafico dal 1997 e ha 13 dipendenti, tra amministrativi, tecnici e operai. È una fabbrica di artifici semi-artigianale che produce l’intero prodotto, dalla creazione alla commercializzazione, tutto in Italia, ma con un volume d’affari per il 90% con l’estero. L’azienda è titolare del noto marchio Cobra, uno dei petardi più acquistati .
L’INCHIESTA DELLA PROCURA
e gli accertamenti tecnici
Nelle prossime ore il pm di turno Laura Colica disporrà l’autopsia. Nel frattempo ha disposto il sequestro di tutta l’area in cui è avvenuto l’incidente. I carabinieri hanno già avviato la raccolta della documentazione di tutte le autorizzazioni necessarie per questo genere di attività. Si tratta di autorizzazioni molto complesse e articolate, vista la pericolosità dei materiali, che riguardano non solo le aree interne anche quelle esterne. Vista la complessità non è escluso che la Procura possa anche disporre una consulenza tecnica.
Ma tutto questo appartiene al fascicolo giudiziario, all’inchiesta aperta per fare chiarezza sulle cause e per accertare eventuali responsabilità. Per ora c’è il dolore dei familiari per la morte di uomo grande appassionato di natura che viveva da solo nella sua azienda agricola di Castilenti e che tutti giorni percorreva una trentina chilometri per andare a lavorare.
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