Ospedale Pescara, attese di tre oree 250 persone in fila per prenotare le visite

Ieri il picco è stato registrato qualche minuto dopo mezzogiorno: alle 12,06 gli utenti in coda al Cup (il Centro unico di prenotazione) dell’ospedale civile erano 246

PESCARA. Il picco è stato registrato qualche minuto dopo mezzogiorno: alle 12,06 gli utenti in coda al Cup (il Centro unico di prenotazione) dell'ospedale civile erano 246. Tra l'insofferenza e la rabbia di anziani su tutte le furie, di mamme esasperate con i bimbi piccoli e degli stranieri che scrollano la testa di fronte ai disservizi del nostro sistema sanitario, ieri mattina c'è stato bisogno di attendere in media tre ore per prenotare una visita specialistica, ritirare un certificato o pagare il ticket delle prestazioni mediche.

Il Cup dello Spirito Santo scoppia. Il nuovo sistema informatico della Asl ha messo a dura prova la pazienza di centinaia di cittadini che fin dalle prime ore del mattino si sono ritrovati all'ingresso dell'ospedale civile con i tagliandini tra le mani e con poche speranze di riuscire a sbrigarsi in tempi ragionevoli.

Il tabellone elettronico accanto agli sportelli, infatti, riporta una comunicazione della direzione: «Abbiamo attivato un nuovo sistema di gestione code, ci scusiamo per eventuali disagi». «E' la terza volta che tento di prenotare una lastra senza riuscirci», si rammarica un'energica signora, Michelina Crisafi, «mi verrebbe la tentazione di farmi ricoverare per riuscire a farla. Noi qui siamo sballottolati a destra e a sinistra, senza che il personale sia in grado di fornire spiegazioni per tutti questi disagi». I 250 uomini e donne in piedi, disposti nel corridoio d'ingresso o stretti nella sala d'aspetto del Cup, si raccontano acciacchi e malanni e si scambiano esperienze di vita. Qualcuno è arrivato a Pescara dall'hinterland, tanti altri hanno rinunciato alla mattinata lavorativa per ritirare un certificato. «Qui non si respira», si agita Mario, «non passa un filo d'aria e ci sono tante persone anziane che possono svenire. E' una vergogna».

Sui nove sportelli a disposizione del Cup dell'ospedale civile, ce ne sono solo cinque in funzione. I dipendenti non riescono a smaltire la mole di utenti in fila e la tensione si avverte da dietro al vetro degli sportelli. «Così è, che ci piaccia o no», afferma rassegnata Anna Dottore. Qualcun altro, invece, prova a sdrammatizzare individuando soluzioni alternative: «Si potrebbe fare come allo stadio», esclama Giuseppe Febbo, «mandare un ambulante a vendere bibite e panini: di sicuro si farebbe i soldi».

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