PESCARA / PARLA L'INFETTIVOLOGO

Parruti svela: i contagi ora sono ospedalieri 

Diventa determinante la vaccinazione di medici e infermieri

PESCARA. Quasi 900 casi in due giorni e ieri, per il terzo giorno consecutivo, il tasso di positività in Abruzzo ha superato il 10%, valore considerato soglia di allarme. Nonostante i pochi tamponi eseguiti nelle ultime ore - 217, numero più basso degli ultimi tre mesi - sono emersi 23 nuovi casi, con un rapporto tra positivi e test pari al 10,6%. A cosa è dovuto questo aumento improvviso dei contagi che va di pari passo – fatta eccezione per ieri - con l’aumento del numero dei tamponi? «C’è la possibilità che ci sia la classica coda di casi nosocomiali e legati alla residenzialità», risponde il professor Giustino Parruti, direttore dell’Unità operativa complessa di Malattie infettive dell’ospedale di Pescara e componente della task force della Regione sull’emergenza coronavirus. «Negli ultimi giorni ho valutato almeno 3-4 nuclei familiari di operatori sanitari e medici coinvolti in questa coda di contagio. Sapere che nel giro di massimo due settimane avremo vaccinato tutti gli operatori sanitari e tutti gli ospiti fragili delle Rsa ci aiuterà moltissimo non solo da un punto di vista psicologico, ma anche pratico perché vorrà dire aver tolto spazio a questa sequela, quasi inevitabile, di casi ospedalieri».
L’IMPENNATA DI CASI. Sono tornati a salire i nuovi casi in Abruzzo e il rapporto tra positivi e numero di tamponi in una settimana è quasi raddoppiato. «Nei giorni festivi c’è stata una riduzione dell’attività di tamponamento, quindi è chiaro che adesso stiamo facendo più tamponi e aumenta la possibilità di trovare più positivi», spiega Parruti. «Più che un fatto fisiologico, direi che è una fase connessa alla precedente circolazione in larga misura e che speriamo di interrompere adesso con il vaccino. In buona misura, infatti, la trasmissione nosocomiale e della popolazione fragile dà un contributo importante all’aumento di casi. Non penso, insomma, che gli 800-900 casi degli ultimi giorni siano legati all’esplosione di socialità. Lo vedo riduttivo come modo di interpretare le cose. Ho visto personalmente coinvolti soprattutto operatori sanitari in questo periodo».
EFFETTO VACCINO. Alla luce degli ultimi dati, diventa ancora più importante la campagna vaccinale degli operatori sanitari che in Abruzzo è partita ieri. «Con l’inizio della vaccinazione, nel giro di alcuni mesi speriamo che si possa avere una forte riduzione del numero degli individui suscettibili all’infezione e quindi uno scenario molto più favorevole», aggiunge Parruti. «I prossimi due mesi saranno molto faticosi, poi, se tutto andrà bene, potremo cominciare a raccogliere i frutti di tutte le misure di prevenzione messe in campo fino a questo momento».
ZONA GIALLA. Il quadro generale, tuttavia, resta buono. L’ultimo report della Cabina di regia del 31 dicembre certifica che l’Abruzzo ha l’indice Rt (il tasso di trasmissibilità del virus) migliore d’Italia e un rischio basso. Secondo Parruti, l’aumento dei contagi negli ultimi giorni non è un dato allarmante. Alla domanda se gli ultimi dati potrebbero compromettere il ritorno dell’Abruzzo in zona gialla dal 7 gennaio, l’esperto risponde così: «È presto per fare valutazioni di questo genere. Ripeto, ci sono parecchie situazioni che fanno pensare a una coda di casi in ambito ospedaliero. È ovvio, poi, che se nei prossimi 4-5 giorni continueremo ad avere un tasso di nuovi casi così sostenuto, sarà giocoforza rileggere i dati. Gli effetti delle feste natalizie li vedremo tra qualche giorno, ma spero ci sia stato un senso di responsabilità da parte di tutti. I dati fino al 31 dicembre comunque», conclude l’esperto, «mostrano un chiaro effetto delle misure di contenimento della circolazione e una riduzione conseguente della pressione sanitaria sulle nostre strutture».
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