Penne, più vicino il rischio dissesto

I conti del Comune registrerebbero un passivo di 600mila euro, si allontana anche il risarcimento della Bnl

PENNE. Il rischio default per il Comune di Penne si fa sempre più concreto. Le azioni amministrative intraprese finora dalla maggioranza del sindaco Rocco D’Alfonso per fronteggiare l’avanzare sempre più mordente della crisi finanziaria e la cronica mancanza di liquidità delle casse municipali non hanno sortito gli effetti sperati. Ben pochi risultati hanno prodotto la messa in vendita del patrimonio immobiliare comunale, l’inasprimento della pressione tributaria, così come il blocco dei pagamenti ai fornitori: da una recente stima sembrerebbe che, esclusi i grossi debiti oggetto di piani di rientro e altro, il Comune è ancora sotto di circa 600mila euro. A complicare il quadro è la notizia che la Bnl, condannata in ottobre dal tribunale a risarcire il Comune di Penne per circa 450 mila euro per una complessa operazione di finanza derivata che presentava irregolarità, ha annunciato di voler appellare la sentenza, pertanto quella somma in cui il Comune sperava non sarà disponibile a breve.

Le cifre esatte saranno rese note, con maggior dovizia di particolari entro il 30 novembre, termine per convocare il consiglio che dovrà provvedere all’approvazione dell’assestamento di bilancio, una verifica contabile sullo stato di salute delle finanze comunali che è anche un ennesimo banco di prova per la tenuta della maggioranza di centrosinistra che sembra invece scricchiolare proprio ora che dovrebbe serrare le fila. La situazione è delicata e in questi giorni l’amministrazione sta vagliando diverse ipotesi per scongiurare il rischio dissesto, ma su alcune proposte la maggioranza di D’Alfonso appare piuttosto divisa, tanto che c’è chi minaccia di non votare la delibera di assestamento.

Se venissero a mancare i numeri al sindaco e al suo esecutivo le conseguenze negative potrebbero essere molteplici, nel breve e nel lungo periodo, anche se il primo cittadino non rischia direttamente la poltrona. A provocare i più aspri malumori tra i consiglieri sarebbe l’ipotesi – giudicata da alcuni fin troppo azzardata – di farsi anticipare subito una consistente somma derivante dai canoni di affitto per la gestione, concessa attraverso gara d’appalto europea, dei parcheggi cittadini di via Verrotti e Fonte Nuova. Secondo alcune indiscrezioni che trapelano da Palazzo di Città, per un appalto di durata ventennale, il Comune dovrebbe incamerare circa 340 mila euro, pari a un introito di 29 centesimi al giorno per ogni singolo parcheggio. Se questa possibilità fosse fatta propria dall’esecutivo di D’Alfonso, sarebbe un affare per l’aggiudicatario della concessione e un espediente per il Comune per fare subito cassa, ma, dicono alcuni consiglieri, a prezzo di una forte svendita del patrimonio cittadino e di un aggravio notevole per le tasche degli automobilisti. Per parcheggiare nei multipiano di Penne, oggi gratuiti, si dovrà pagare, e anche pareccchio, stando ai precedenti come il primo piano di Fonte Nuova (già a pagamento la mattina) e Via Caselli. «Si sta svendendo la città al miglior offerente», tuona il consigliere di maggioranza Gabriele Pasqualone (Pd) «perché questa amministrazione non ha pianificato una vera progettualità per risanare il bilancio con azioni concrete».

Claudia Ficcaglia

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