L'emergenza

Pescara, 850 disabili agli “arresti” nelle case popolari

Sono intrappolati negli alloggi dalle barriere architettoniche, solo in due all’anno ottengono il cambio di abitazione

PESCARA. In trappola nelle case, impossibilitati a uscire, come se fossero agli arresti domiciliari. Ma senza avere commesso reati. Sono le vittime delle barriere architettoniche: 850 disabili delle case Ater della provincia di Pescara, su un totale di 4600 alloggi.

Quattrocento di loro, hanno fatto sapere ieri il commissario dell’azienda territoriale per l’edilizia residenziale Paolo Costanzi e il direttore tecnico Giorgio Caizzi, sono affetti da disabilità gravi, tali da rendere problematica sia la deambulazione nelle abitazioni, sia l’uscita dagli alloggi stessi. Insomma, dei “prigionieri” in casa, visto anche che, in media, solo due famiglie con inquilini disabili vengono trasferiti, ogni anno, da un all’alloggio all’altro (idoneo).

Nella stragrande maggioranza dei casi, infatti, le residenze popolari sarebbe state costruite prima dell’entrata in vigore, e dunque prima del 1989, della legge che prescrive l’obbligatorietà dei requisiti relativa alle norme che prevedono l’assenza di barriere architettoniche. A partire dagli ascensori, inesisistenti nella gran parte degli alloggi.

Come in via Nora 22, dove abita Moreno Colonna, di 54 anni (sposato e padre di due figli), il quale per via di una sclerosi multipla che l’ha colpito circa sei anni fa, non solo ha dovuto a mano a mano abbandonare il lavoro che svolgeva, il gommista, ma per continuare a seguire la fisioterapia di cui necessita, in una struttura di riabilitazione, vista l’impossibilità di uscire di casa, si è reso inevitabile trasferire il trattamento presso la propria abitazione.

Colonna, nel suo appartamento, sempre accudito dalla moglie, Gabriella Trabucco, ha difficoltà anche ad entrare in bagno. «Con la carrozzella non ci entro», racconta, «e pertanto devo alzarmi, mantenendomi col deambulatore. Solo così riesco a entrare». Per quanto riguarda le uscite fuori di casa, invece, riferisce Colonna, «l’ultima volta che è accaduto è stato tre mesi fa, in occasione del matrimonio di mia figlia». Bloccato praticamente in casa, Colonna ha dunque fatto domanda «circa quattro anni fa», fa notare l’uomo, «per cambiare l’alloggio. Anche andando in un altro quartiere. Ma ancora non è successo niente», continua, «tant’è che siamo undicesimi in graduatoria». Negli ultimi tempi, per risolvere la situazione della famiglia Colonna, è stata paventato anche la possibilità di montare un “trattorino” sulla scalinata che conduce al primo piano, dove abita Moreno. Oppure quella di una messa a norma dell’abitazione. Ma ambedue le alternative potrebbero risultare insufficienti. «L’abbattimento dei muri nell’appartamento», ha precisato il dirigente tecnico dell’Ater Caizzi, architetto, il quale ieri ha effettuato un sopralluogo nell’abitazione, «potrebbe risultare non risolutivo. Come pure appare con poco spazio la rampa di scale dove dovrebbe essere posizionato il “trattorino”».

E se nell’ipotesi del “trattorino” - del quale ha parlato ieri anche l’assessore regionale ai lavori pubblici Donato Di Matteo, intervenuto nell’incontro in cui ha preso parte, in via Nora, oltre a Caizzi, anche il presidente dell’associazione Claudio Ferrante - la struttura mobile, dal costo di 3.500 euro, potrebbe essere autorizzata entro qualche settimana, più lunghi sarebbero i tempi per un intervento strutturale nell’alloggio. Per esso l’appalto potrebbe partire non prima del prossimo anno. E con il rischio di non risolvere il problema.

Intanto, Colonna e la sua famiglia dovranno continuare a far fronte a tutti i problemi quotidiani. «Qui siamo di fronte ad uno scaricabarile», osserva il 54enne, «tra i diversi enti». Infatti chi ora dovrebbe decidere per un eventuale trasferimento di alloggio per la famiglia Colonna, è il Comune. «Occorre trovare una soluzione per tutti», ha detto il commissario dell’Ater, e una possibilità potrebbe essere l’applicazione del progetto di social housing presentato tempo fa dall’assessore Di Matteo».

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