Pescara, arrestato il custode del Parco dell'Accoglienza

Il siciliano Chiofalo, già condannato per omicidio, deve scontare altri cinque anni di reclusione per rapina ed estorsione

PESCARA. La polizia lo stava cercando per presentargli un conto della giustizia vecchio di 21 anni. E cioè una reclusione da scontare pari a cinque anni, quattro mesi e 11 giorni per rapina ed estorsione aggravati. Reati commessi nel 1995 ad Alì Terme, in provincia di Messina, sua terra d’origine.

E cerca cerca, gli investigatori sono arrivati a Pescara dove la squadra Mobile di Pierfrancesco Muriana ha rintracciato e arrestato Franco Biagio Chiofalo, siciliano di 47 anni, nel parco dell’Accoglienza di via Aldo Moro. Nel parco dove Chiofalo svolgeva praticamente le mansioni di custode, con tanto di chiavi del parco.

«È una storia vecchia», dice il responsabile comunale dei Parchi E.T., «tutti conosciamo i suoi trascorsi perché già quando era detenuto aveva avuto l’articolo 21, il permesso di uscire dal carcere per lavorare, e lo ha fatto sempre seriamente senza mai creare problemi. Chi lo conosce lo sa».

Ma tra i casermoni di via Aldo Moro dove quell’area verde di ventimila metri quadrati inaugurata nel 2008 rappresenta uno sbocco importante soprattutto per anziani e bambini, sono in tanti a rimanere sorpresi di fronte alla fedina penale del 47enne siciliano che per date, supera ampiamente quella dell’ultima condanna. Si scopre infatti che, finito in carcere nel 1996 per omicidio e rapina (reati commessi in Sicilia), Chiofalo doveva scontare 15 anni, ma tra sconti e altre riduzioni riuscì a uscire nel 2007. L’anno successivo viene segnalato per maltrattamenti in famiglia, tre anni dopo, nel 2011 viene denunciato e poi arrestato per evasione dai domiciliari. E altre segnalazioni arrivano nel 2014 per furto, guida in stato di ebbrezza e guida senza patente. E poi ancora nel 2015 quando il 47enne viene segnalato ancora, questa volta per una presunta truffa.

Un percorso umano e giudiziario lungo e tortuoso che lo vede fare tappa proprio a Pescara dove, abitando nella zona di via Moro, dopo aver lavorato come giardiniere per il Comune di Pescara, si propone anche nel parco dell’Accoglienza per collaborare con gli altri volontari. E dove la voce sui suoi trascorsi gira, ma nessuno sa con esattezza «che cosa ha fatto Franco».

«Io le chiavi del parco non gliel’ho mai date», dice subito Marco Di Girolamo, presidente dell’associazione “Gli amici del parco” che dal 2008, e fino a due mesi fa, ha gestito il parco. Un’area verde che, a sentire chi lo frequentava, negli ultimi anni era diventato invivibile non tanto per la presenza di Chiofalo che al contrario, a fronte di quello che raccontano le denunce collezionate fino all’anno scorso, non ha dato mai problemi. Piuttosto, era diventato invivibile per un altro detenuto, anche lui già condannato per omicidio, e che fino a qualche tempo fa era autorizzato a lasciare i domiciliari a cui era sottoposto, per il lavoro esterno da svolgere proprio nel Parco dell’Accoglienza. Ma qui i dissidi, anche pesanti, con alcuni frequentatori, non sono mancati. Con il risultato che è stato rispedito ai domiciliari a casa, visto anche il tragico precedente registrato a Pescara nel 2006, quando un detenuto in permesso prova che si occupava del parco di Villa de Riseis sparò e uccise, durante una banale discussione, il balneatore Mario Pagliari.

Risolta questa grana, da due mesi la gestione del parco dell’Accoglienza l’ha presa l’associazione dell’ex assistente sociale del Comune Domenico Di Lorenzo. Che ha affidato a Chiofalo le chiavi del parco. Le chiavi che aveva in tasca quando i poliziotti l’hanno arrestato pochi giorni fa.

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