Pescara, esposto sulle consulenze d'oro del Comune

22 Febbraio 2012

Del Vecchio (Pd) e Di Nisio (Idv) si rivolgono anche alla Corte dei Conti

PESCARA. Sette collaborazioni esterne ad alto contenuto di professionalità, instaurate dall'amministrazione Mascia, finiscono all'esame della procura di Pescara e della Corte dei Conti dell'Aquila. A presentare, a inizio febbraio, l'esposto riguardante le consulenze del Comune sono stati i consiglieri Enzo Del Vecchio del Pd e Fausto Di Nisio dell'Idv.

Il problema delle cosiddette consulenze d'oro dell'amministrazione Mascia, è un tema che è stato sollevato dal nostro quotidiano già a marzo del 2011. I due consiglieri di opposizione, dopo tre interrogazioni in consiglio comunale sulla vicenda e altrettante risposte, considerate però evasive, l'ultima delle quali una lettera del sindaco Luigi Albore Mascia del 30 gennaio, hanno ritenuto di informare dei fatti Procura e Corte dei Conti. L'esposto ha come fine, da un lato quello di verificare il rispetto delle norme vigenti in materia di incarichi e consulenze all'interno delle pubbliche amministrazioni, e dall'altro di verificare l'eventuale danno erariale causato all'ente.

Secondo Del Vecchio e Di Nisio l'affidamento delle sette collaborazioni contestate non sarebbe regolare in quanto non verrebbe rispettato il comma 6 dell'articolo 110 del decreto legislativo 267 del 2000, per il quale è obbligatorio procedere all'evidenza pubblica e alla comparazione dei curricula per l'affidamento degli incarichi.

Come esempio prendono la sentenza del Tribunale di Pescara che ha condannato l'ex sindaco Luciano D'Alfonso per «non aver espletato alcuna procedura di evidenza pubblica, come previsto dai vigenti regolamenti municipali». «Il sindaco Mascia», dicono, «nella sua risposta ha ritenuto essersi fatta confusione tra incarichi dirigenziali e collaborazioni esterne, sorvolando, invece, sul fatto che le procedure di evidenza pubblica previste dalla legislazione vigente e dai regolamenti comunali riguardano entrambe le casistiche».

Le sette collaborazioni esterne oggetto dell'esposto, sono quelle di Giuliano Grossi, della società Lidea, di Michele Lepore, di Salvatore Colletti, di Francesco Di Donato, di Giordano Bruno Guerri e di Silvano Console per un totale di 413mila euro.

«Ma l'aspetto più grottesco è un altro», dicono Del Vecchio e Di Nisio, «e cioè che con delibera di giunta comunale numero 1038 del 16 ottobre 2008, la passata amministrazione, proprio per rispondere ai cambiamenti normativi nazionali sulla tematica in discussione, approvava il regolamento disciplinante il conferimento di incarichi individuali, che al comma 3 dell'articolo 16 prevede: «l'affidamento degli incarichi ha carattere fiduciario ed è operato con provvedimento motivato del sindaco che individua la parte contraente previa pubblicazione di apposito avviso pubblico. Ai fini della individuazione il sindaco potrà operare valutazioni comparative basate sull'apprezzamento dei curricula».

«È stata l'amministrazione comunale», risponde l'assessore al Personale Marcello Antonelli, «che, esattamente un mese fa, ha già inviato alla Corte dei Conti tutti gli atti inerenti gli incarichi e le consulenze stipulati dal nostro governo cittadino e contestati dai consiglieri Del Vecchio e Di Nisio chiedendo l'esame dei casi e delle procedure seguite».

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