Pescara, i rapinatori della banca catturati grazie ai cittadini 

Dopo il colpo alla Banca del Fucino di piazza Salotto i testimoni hanno dato informazioni preziose ai carabinieri sulla coppia in fuga sulla spiaggia

PESCARA. La collaborazione tra cittadini e carabinieri è stata vincente. Ha funzionato alla perfezione. È stato grazie al supporto di alcuni pescaresi che gli uomini dell’Arma sono riusciti a catturare e arrestare i due pugliesi accusati di aver messo a segno una rapina, nella tarda mattinata di venerdì, alla Banca del Fucino di piazza della Rinascita, portando via 6900 euro.
Sono due persone già note alle forze dell’ordine anche per precedenti rapine, Roberto Reddavide, 32 anni, e Vincenzo Strafile, 30 anni, entrambi di Cerignola, che sarebbero arrivati in trasferta a Pescara per mettere a segno il colpo. Uno dei due, Strafile, non avrebbe potuto muoversi dal suo Comune, essendo sottoposto all’obbligo di soggiorno da due settimane, essendo un sorvegliato speciale. Eppure lo ha fatto.

leggi anche: Roberto Reddavide e Vincenzo Strafile, i due arrestati Pescara, rapina alla Banca del Fucino, due banditi arrestati in spiaggia Armati di taglierino, hanno minacciato i dipendenti e poi sono fuggiti con il bottino. Inseguiti, sono stati bloccati dai carabinieri mentre cercavano di confondersi con i bagnanti

L’inseguimento per acciuffarli è stato rocambolesco e si è snodato sul lungomare e sulla battigia, tra la Nave di Cascella e la spiaggia libera vicino a Jambo, concludendosi con il placcaggio dei due, costretti ad arrendersi, e con il recupero della refurtiva.
Nel racconto del tenente Antonio Di Dalmazi e del comandante della stazione di Pescara scalo, il maresciallo Francesco Mingolla, emerge chiaramente il ruolo «fondamentale» dei cittadini che hanno fornito informazioni preziose, scandendo i passaggi dell’operazione.
Sono le 11.15 circa quando una donna riesce a liberarsi dai due rapinatori: apre il bussolotto della banca e si precipita fuori, in piazza, per lanciare l’allarme e far intervenire i carabinieri. È una cliente dell’istituto di credito e ha assistito all’entrata in scena dei due balordi: prima uno a volto scoperto e con un taglierino in mano, che si è diretto verso una delle casse scaraventando a terra il cassiere, e poi il secondo, che ha puntato il coltello alla gola della donna e quindi ha raggiunto il primo. In un attimo di distrazione dei malviventi la donna esce e fa scattare l’intervento in piazza degli uomini dell’Arma, con più pattuglie. Quella di Pescara scalo viene informata dalla commessa di un negozio che i rapinatori sono due e si sono diretti verso il mare, informazione confermata dai pedoni che fanno allontanare l’auto dei carabinieri verso nord e spiegano che i due si sono cambiati strada facendo. Per confondere le forze dell’ordine i due si sono spogliati e sono rimasti in costume, infilando in una borsa della spesa pantaloncini e maglietta che indossavano poco prima, in banca. Vogliono sembrare a tutti gli effetti dei bagnanti ma chi li vede capisce che c’è qualcosa che non va e riferisce tutto alla pattuglia. Uno dei due carabinieri, arrivato sulla battigia (armato) intercetta il primo sospettato e lo blocca mentre un maresciallo dell’Arma in servizio a Roma, in spiaggia con la famiglia, si rende conto che c’è un inseguimento in corso e collabora con i colleghi pescaresi, aiutandoli ad acciuffare il secondo.
Oltre a fermare i due, che si arrendono subito, i carabinieri recuperano la borsa con il bottino e gli abiti dismessi, con un passamontagna realizzato artigianalmente usando un paio di collant (non indossato in banca), due cappellini con la visiera, un telefonino e la chiave di una Citroen.
I pugliesi vengono incastrati dalle dichiarazioni dei testimoni, cioè i due dipendenti della banca e la cliente che ha segnalato la rapina, e finiscono in carcere, su disposizione del sostituto procuratore Salvatore Campochiaro. Hanno un curriculum criminale di tutto rispetto, dicono dall’Arma, e non è esclusa l’esistenza di un terzo uomo, un “palo”, ma per ora è solo un’ipotesi.
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