Pescara, Mascia blocca Filò e la Gtm gli chiede i danni

Il sindaco non autorizza la chiusura degli incroci per i lavori della filovia. Russo: "Non posso permettere di fermare tutto"

PESCARA. Comune e Gtm sono di nuovo ai ferri corti. Stavolta, però, lo scontro rischia di finire in tribunale, con la società di trasporto pubblico che minaccia di chiedere centinaia di migliaia di euro di danni all’ente. Il motivo? Una lettera che ieri il sindaco Luigi Albore Mascia ha scritto al presidente della Gtm Michele Russo per avvertirlo che non intende autorizzare la chiusura degli incroci delle strade che intersecano la strada parco per consentire i lavori di tesatura dei fili elettrici per la filovia, così come richiesto da Russo in un’altra lettera. Il sindaco ha spiegato così la sua decisione che, di fatto, bloccherà i lavori per chissà quanto tempo: «Il provvedimento non è oggi fattibile, perché la Gtm avrebbe dovuto manifestare tale esigenza con almeno un mese d’anticipo per dare all’ente il tempo di organizzarsi. Ma, soprattutto, la presenza di 29 cantieri aperti in contemporanea nella zona nord della città per la realizzazione di opere importanti, non ultime la riqualificazione di corso Vittorio, della riviera nord e di viale Bovio». E ancora: «La chiusura di quelle strade, seppur temporanea, determinerebbe il caos. A questo punto mi sento in dovere di invitare di nuovo il presidente a soprassedere all’attività di elettrificazione del percorso della filovia, in attesa dell’ormai imminente pronunciamento del Tar sul ricorso delle associazioni. Pronunciamento atteso per il prossimo 19 giugno». La richiesta di uno stop ai lavori era stata avanzata dal sindaco al presidente Gtm il 25 marzo scorso. E la sua risposta era stata negativa.

Soddisfatto, ora, il consigliere regionale Maurizio Acerbo, che il 24 marzo scorso, durante una conferenza dei capigruppo, aveva richiesto alla giunta di far sospendere i lavori della filovia in attesa del pronunciamento del Tar.

La risposta del sindaco, in compenso, ha mandato su tutte le furie il presidente della Gtm e non solo lui. Il consigliere regionale Lorenzo Sospiri, di Forza Italia, lo stesso partito del sindaco, ha ribattuto con forza che i lavori non devono essere fermati. Lo stesso ha detto Russo, ma con parole ben più pesanti. «Io non ho ancora letto la risposta del sindaco», ha affermato, «ma se fosse questa, sarei costretto a fare due azioni. La prima, un’azione di rivalsa della Gtm nei confronti del Comune. L’impresa che sta facendo i lavori, la Balfour, chiederebbe sicuramente i danni alla Gtm, stazione appaltante, per l’impossibilità di continuare i lavori». «L’intervento», ha proseguito, «viene fermato non per motivi previsti dalla legge. Non si può, quindi, fermare un’opera pubblica, non lo posso fare io e non lo può fare il sindaco». «L’impresa», ha rivelato, «ha già annunciato che chiederà i danni alla Gtm e l’azienda sarà costretta a fare azione di rivalsa nei confronti del Comune, chiedendogli centinaia di migliaia di euro. Del resto, è un obbligo di un amministratore pubblico fare la rivalsa nei confronti dell’ente, se non lo facessi procurerei un danno erariale». «Questa decisione del sindaco», ha sottolineato Russo, «potrebbe essere sanzionabile dalla Corte dei conti». Russo ha poi precisato il tipo di intervento richiesto al Comune. «I lavori richiedono», ha osservato, «solo la chiusura di alcuni incroci, per giunta la notte. Se dovessimo bloccare tutto per attendere il pronunciamento del Tar, rischieremmo di far riprendere i lavori magari ad agosto, perché il 19 giugno si svolgerà solo la prima udienza e non è detto che la sentenza arrivi subito». «Sono esterrefatto dal comportamento del sindaco, di solito così prudente», ha concluso, «questo atteggiamento fa danni enormi a tutta la città».

Di tutt’altro avviso il Wwf, l’associazione Carrozzine determinate e i comitati che si battono per bloccare i lavori della filovia. «È ragionevole», ha commentato Loredana Di Paola, del Wwf Abruzzo, «la scelta del sindaco Mascia di bloccare la stesura dei cavi della filovia e aspettare il Tar».

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