Pescara, morte Di Nunzio: inchiesta per omicidio colposo

Autopsia sul corpo del giovane che accoltellò la madre A uccidere il ragazzo i traumi subiti nella caduta in carcere
PESCARA. C’è un fascicolo aperto con l’ipotesi di omicidio colposo ma ancora senza indagati per la morte di Valentino Di Nunzio, il ragazzo di 27 anni di Manoppello Scalo finito in carcere il 25 settembre scorso per aver ucciso la madre Maria Teresa Di Giamberardino. Valentino è morto domenica scorsa dopo sei mesi passati tra ospedale e clinica, in seguito alle lesioni riportate il 14 febbraio dopo una caduta nel carcere di Teramo. Episodio che per la famiglia è senza dubbio un tentato suicidio. E proprio per accertare le cause della morte, i nessi con l’incidente in carcere e le eventuali responsabilità ieri il medico legale Giuseppe Sciarra su mandato del pm Bruno Auriemma ha effettuato l’autopsia sul corpo del giovane, assistito dal consulente della famiglia Claudio Cacaci.
Dai primi esami è risultato che il giovane è morto per insufficienza multiorgano, stress respiratorio e stato settico, dunque per conseguenza dei traumi dovuti alla caduta in carcere, che ha causato per prima cosa un trauma cervicale.
Valentino era finito in carcere poche ore dopo aver accoltellato a morte la madre nella casa di famiglia, a Manoppello. Il ragazzo da tempo era in cura per problemi psichiatrici ma non aveva mai mostrato segni di violenza. Il suo stato, però, in concomitanza con l’omicidio, si era aggravato. Per questo sin dall’inizio il padre Fernando Di Nunzio, assistito dall’avvocato Isidoro Malandra, aveva chiesto una perizia psichiatrica su Valentino per ottenere il trasferimento in un centro sanitario.Il ragazzo, però, era rimasto in carcere. Prima a San Donato, poi a Milano per un periodo di osservazione, poi a Teramo dove a detta della famiglia era stata la stessa direzione a chiedere il trasferimento del ragazzo per incompatibilità col regime carcerario. Prima che le istanze fossero anche solo valutate, però, Valentino è finito giù dal letto a castello della sua cella.
Il ragazzo, immediatamente ricoverato all’ospedale di Teramo e poi nella clinica Villa Pini, sempre in stato di arresto, nell’incidente aveva riportato lesioni molto serie, tanto da aver bisogno della respirazione assistita, e da essere rimasto paralizzato con possibilità praticamente nulle di tornare a muoversi da solo.
Proprio in seguito a questo episodio il padre di Valentino aveva presentato un esposto con cui chiedeva alla Procura di accertare «se vi siano state decisioni errate o omissioni che abbiano condotto al tragico episodio». Il pm Laura Colica aveva quindi aperto un fascicolo ipotizzando i reati di omissioni e lesioni gravissime. Un reato che dopo la morte del ragazzo si è aggravato ed è diventato omicidio colposo.
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