Andrea Montebello ucciso a 21 anni dalla meningite

Pescara, morto per meningite: ecco i risultati dei test

Batterio diverso da quello virulento che ha determinato l'epidemia in Toscana: un caso "sporadico", dovuto alla "reattività" del paziente. Non necessarie altre precauzioni. La Asl chiude la questione e tiena alta la guardia

PESCARA. Un batterio non diffusivo, non c'è il rischio di epidemia: la morte del 21enne di città Sant'Angelo per meningite (Neisseria meningitidis) è stato un caso "sporadico", dovuto alla "reattività" del paziente . Non c'è bisogno di prendere ulteriori provvedimenti rispetto a quelli che sono stati già adottati. Sono le conclusioni tratte dalla Asl alla luce dei risultati dei test sulla sottotipizzazione del batterio di tipo B che ha portato alla morte di Andrea Montebello avvenuta il 1 maggio. Si tratta di test sollecitati dalla Asl di Pescara all'azienda ospedaliero-universitaria Meyer di Firenze e all'Istituto Superiore di Sanità. La sottotipizzazione del batterio di tipo B ha consentito di accertare che si tratta del ceppo st 213 che non è quello virulento e diffusivo che ha determinato una epidemia in Toscana.

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Quello di Andrea Montebello è stato quindi un caso raro, dovuto alla "reattività" del paziente. "Non ci sono ulteriori precauzioni da prendere rispetto a quelle già adottate nei confronti di coloro che sono entrati in contatto diretto con il 21enne di Città Sant'Angelo", spiega il manager della Asl Armando Mancini. Subito dopo la morte del giovane, avvenuta nell'ospedale di Pescara, era stata infatti indicata dalla Asl la profilassi da seguire a tutte le persone più vicine al giovane e che erano entrate in contatto con lui. "Manteniamo l'allerta", conclude Mancini, "ma ragionevolmente l'episodio piuò considerarsi concluso". (f.bu.)