Pescara, parla la prof derubata: «Così mi hanno svuotato il conto» 

Frode informatica: la donna si è rivolta subito alla polizia che ha denunciato un 25enne di Napoli e recuperato 25mila euro

PESCARA. Riesce a prelevare 25mila euro dal conto corrente di una donna, residente nel Pescarese, attraverso una complessa frode informatica denominata “sim swapping”, tecnica di attacco che consente di avere accesso al numero di telefono del proprietario e violare determinate tipologie di servizi online che usano proprio il numero di telefono come sistema di autenticazione. L’hacker, A.F. napoletano di 25 anni, incensurato, è stato bloccato in tempo e denunciato dalla squadra mobile di Pescara, guidata da Dante Cosentino, per il reato di frode informatica, dopo il sequestro della somma accreditata.
L’uomo (gli inquirenti non escludono avesse complici) non è mai riuscito ad entrare in possesso del bottino "succhiato" in rete attraverso una combinazione di codici, credenziali bancarie e sim card telefoniche, perché il denaro è rimasto congelato nei sistemi informatici bancari dopo che la vittima, si è accorta del furto attraverso una App installata sul suo cellulare con la quale era solita operare in rete con la sua banca (uno sportello del Napoletano) e ha immediatamente bloccato la partenza del bonifico prima di procedere alla denuncia del furto alle autorità.

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Con una serie di indagini incrociate in mezza Italia, durate più di otto mesi, che ha coinvolto anche la procura di Milano, l’hacker è stato rintracciato, la somma recuperata e restituita alla proprietaria, F.A., un’insegnante di Lettere residente in un paese del Pescarese (ma originaria del Napoletano) che oggi, dopo nove mesi di calvario, parla al Centro e rivela: «Quando ho scoperto di non avere più in banca i risparmi di una vita, ero arrabbiata e spaventata, aspettavo il mio bambino, ho temuto per la sua salute e di quei soldi avevo bisogno. Se sono tornata in possesso dei miei averi è solo grazie alla tenacia dei poliziotti che hanno seguito il caso e non mi hanno mai abbandonata». Tutto è iniziato il 29 maggio 2019 quando la malcapitata che sostiene di non conoscere «chi ha tentato di derubarmi» e di «non sapere neppure come possa essere accaduto», si accorge che «il telefonino non dava più segni di vita. Chiamo il gestore telefonico pensando di aver terminato la promozione e sento rispondere di averli già contattati al mattino per bloccare la scheda. Non era vero nulla, ma una voce femminiale si era spacciata per me, così ho cominciato a realizzare di essere stata truffata. Alle 19 contatto la banca e blocco il bonifico, poi procedo ad allertare le autorità, carabinieri, Polpost di Chieti e Pescara che avviano le indagini».

Indagini che riveleranno la natura della frode informatica.
Gli agenti della squadra mobile, attraverso una serie di laboriose ricerche, risalgono al conto beneficiario della somma sottratta all’ignara vittima, intestato ad A.F. e aperto, pochi giorni prima dell’illecita operazione, non nuova e neppure isolata, in una banca di Milano.
La Procura della Repubblica del Tribunale dell’Aquila, competente per i reati informatici, si raccorda con i colleghi della Procura meneghina e scatta il sequestro preventivo della somma accreditata sul conto bloccato di ogni movimentazione.

Successivamente, concluse le indagini, l’autorità giudiziaria ha disposto il dissequestro dei 25mila euro tornati in possesso della proprietaria a dicembre. La vittima ringrazia la polizia e chiude: «Mi sono sentita violata, non è stato piacevole. Suggerisco a tutti di non tenere il denaro depositato in uno stesso conto bancario». (c.cor.)
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