sanità

Pescara, primo trapianto di aorta addominale

L’intervento effettuato dal reparto di chirurgia vascolare dell'ospedale guidato da Antonio Antico. Al paziente sostituita una protesi

PESCARA. Quando è arrivato al Pronto soccorso dell'ospedale civile le speranze di salvarlo erano ridotte al lumicino. L'uomo, 70 anni, lamentava dolori lancinanti all'addome e aveva la febbre alta. La protesi che sei mesi prima gli era stata impiantata nell'arteria più importante del corpo umano aveva scatenato un'infezione a tal punto estesa da provocare la rottura dell'aorta.

Antonio Antico, il direttore dell'unità operativa complessa di Chirurgia vascolare di Pescara, si è consultato rapidamente con la sua équipe e ha deciso di eseguire il trapianto di aorta: un intervento delicato e complesso che prima di allora non era mai stato eseguito nella Asl del capoluogo adriatico. L'operazione, la prima portata a termine con successo a Pescara e tra i primi casi anche in Abruzzo, è durata circa tre ore e ha richiesto l'arrivo da Treviso di un segmento di aorta conservato nella Banca dei tessuti.

Come raccontano i medici dell'équipe di Chirurgia vascolare, un mese dopo quell'intervento il paziente è tornato a casa e i primi controlli hanno confermato le buone condizioni cliniche. «Era l'unico modo che avevamo per cercare di salvarlo», spiega lo specialista Antonio Antico, 56 anni, di cui otto allo Spirito Santo dopo un passato da primario all'ospedale di Aosta, «l'uomo aveva subito un aneurisma dell'aorta addominale e si era rivolto a un altro ospedale per l'intervento di posizionamento di un’endoprotesi aortica. Purtroppo, la protesi impiantata è andata incontro a un'infezione che ha comportato la rottura dell'aorta e l'estensione dell'infezione all'intero addome. Abbiamo dovuto agire rapidamente», racconta il professore: «abbiamo espiantato la protesi infetta, bonificato l'area circostante e sostituito l'aorta danneggiata con un segmento da cadavere arrivato da un donatore». Il trapianto di aorta addominale è un intervento poco frequente.

Questa pratica chirurgica, infatti, permette di intervenire sui pazienti in gravi condizioni che non possono subire l'impianto di una protesi. In questo caso la presenza di un'infezione abbastanza estesa era emersa già dalla prima Tac (Tomografia assiale computerizzata) fatta al paziente all'arrivo al Pronto soccorso.

«Abbiamo contattato subito», rimarca il medico, «la Banca dei tessuti e degli organi di Treviso, che nel giro di un paio di giorni ha provveduto a inviarci un segmento di aorta conforme che ci ha consentito di avviare l'operazione. Con questo segmento biologico siamo riusciti a portare a termine con successo l'intervento». Il primo trapianto di aorta addominale fatto a Pescara dall'équipe di Antico apre oggi nuove strade nel campo della chirurgia vascolare.

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