Pescara, stabilimento Alcyone in vendita a due milioni di euro

Dopo 35 anni Pecoraro lascia l’attività sulla Riviera. L’imprenditore: con le tasse e la crisi non ci stavamo più

PESCARA. Alcyone è in vendita. Anzi, ci sarebbero già due trattative in ballo per una cifra appena sotto ai due milioni di euro.

Il prestigioso stabilimento balneare di viale della Riviera (all’altezza di via De Amicis) con annessi ristorante e pizzeria sta per essere ceduto. La famiglia Pecoraro che con Umberto lo rilevò nel lontano 1979, risponde alla crisi e alle tasse sempre più pressanti con una decisione che lascia di stucco non solo i clienti abituali, ma anche i tanti pescaresi abituati a gustare la pizza napoletana di Alcyone.

«Purtroppo è andata così», riferisce Enzo Pecoraro, il figlio di Umberto che porta avanti l’attività con le sorelle, «non ci stiamo più dentro, i costi sono elevati e il lavoro è sceso, un po’ per la crisi e un po’ perché il movimento si è spostato tutto a sud della nave di Cascella».

Una scelta obbligata per l’imprenditore che racconta del personale passato da 30 a otto dipendenti e delle spese, negli ultimi tempi lievitate più della pizza: «Le tasse per l’immondizia sono passate da 8.500 a 25mila euro l’anno, 70mila euro ci costa il demanio compresa la spiaggia, a cui vanno aggiunti duemila euro al mese di luce e mille di gas. Più tutto il personale. Il nostro è un locale grande», va avanti Pecoraro, «a parte la spiaggia larga 70 metri, il locale ha 500 metri quadrati coperti e altrettanti scoperti, un centinaio di tavoli esterni e 30 tavoli in sala più dieci per fumatori. È chiaro che il personale serve, anche se abbiamo provato a stringere, piano piano sempre di più. Basti pensare che d’estate lavoravano da noi 30 persone, e 15 d’inverno, e negli ultimi tempi eravamo arrivati a 8, considerando che per un locale come questo 3 camerieri e 4-5 persone in cucina sono il minimo. Ciononostante ci siamo rimboccati le maniche tutti, io mi sono rimesso a fare le pizze, mia sorella a fare contabilità e cassa, ma evidentemente non è bastato, così come non è bastato chiudere l’anno scorso a ottobre e quest’anno a settembre».

Di qui la scelta obbligata, come dice Enzo Pecoraro, di vendere Alcyone, per cui ci sarebbero già un paio di trattative in corso.

«Siamo partiti con una richiesta di due milioni di euro», rivela Pecoraro, «una cifra che, vista la crisi e la storicità del locale non è nè esagerata nè stracciata, tenuto anche conto che nel 2000 abbiamo rifatto tutto, compresi gli impianti, e appena due anni fa abbiamo rifatto la terrazza sul mare».

Due le trattative in corso, spiega l’imprenditore, che però non si sbilancia di più. Di sicuro, una riguarda la proposta di un imprenditore locale interessato a proseguire l’attività senza grossi stravolgimenti, l’altra è invece di un altro imprenditore con numerose attività in giro per l’Italia che avrebbe già pronto un progetto su come rilanciare lo stabilimento, con un investimento ulteriore di circa 500mila euro.

«Staremo a vedere», dice Pecoraro che, nel frattempo, ha licenziato gli otto dipendenti che erano rimasti nel locale. «Li abbiamo licenziati con regolare Tfr e stanno prendendo la disoccupazione. Vedremo chi prenderà l’attività cosa vorrà fare. Se poi, per qualsiasi ragione, non dovesse andare in porto nessuna tratattiva, a marzo riapriamo e chi di loro non avrà trovato altro, sarà di nuovo con noi».

Di sicuro non sparirà la pizza di Alcyone: «Se la trattativa va in porto, la prima cosa che faccio», conclude Enzo Pecoraro, «è aprire una pizzeria. Con i tempi che corrono l’unica cosa che va sono la pizza e le rostelle. Basta con ristorante, pesce e camerieri in livrea, ricomincio dalla pizza, e senza mettermi in concorrenza con nessuno: la pizza di Alcyone, per come è fatta, è unica, la mangia solo chi la ama».

©RIPRODUZIONE RISERVATA