Pescara, una moglie tradita ha denunciato il centro massaggi sexy

Il bilancio familiare non quadrava più. Ecco perché una donna ha cominciato a sospettare che il marito la tradisse e si è rivolta ad una agenzia investigativa, facendolo seguire segretamente. Così si è scoperta la presenza del giro di prostituzione in via Milano

PESCARA. Il bilancio familiare non quadrava più. Ecco perché una donna ha cominciato a sospettare che il marito la tradisse e si è rivolta ad una agenzia investigativa, facendolo seguire segretamente da un detective privato. Così ha scoperto che la sua dolce metà frequentava ogni settimana un centro massaggi situato in via Milano 18, spendendo un bel po’ di soldi, e ha deciso di mandare in avanscoperta un parente, chiedendogli di scoprire cosa accadesse in quella struttura. Sono bastati pochi minuti per appurare l’esistenza di un centro a luci rosse dove i massaggi praticati non erano olistici ma vere e proprie prestazioni sessuali, affidate a giovani donne cinesi che si facevano pagare dai 50 a 100 euro. A quel punto la donna ha preso carta e penna, ha scritto alla polizia e ad una serie di enti, tra cui il ministero della Giustizia, e ha fatto scattare le indagini che nelle ultime ore hanno portato all’arresto dei gestori del centro, due cinesi, e al sequestro preventivo della struttura.

Sono finiti ai domiciliari Jin Yuxing, 25 anni, e la compagna Sun Shanshan, 22 anni, accusati di aver favorito e sfruttato tre prostitute cinesi che, tra ottobre 2015 e agosto 2016, prestavano la propria attività nel centro benessere di via Milano. La donna arrestata, poi, avrebbe anche effettuato dei massaggi erotici ai clienti della struttura, come accertato dagli uomini della squadra Mobile, diretti da Pierfrancesco Muriana.

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Non è stato semplice e immediato ricostruire fatti e ruoli, visto che le autorizzazioni del centro erano tutte in regola, quanto ai massaggi olistici, e le ragazze risultavano assunte. Alcuni clienti del locale, poi, fermati dalla polizia durante gli appostamenti in via Milano, hanno negato in tutti i modi di aver beneficiato di prestazioni particolari e hanno perfino negato di aver varcato quella porta. Altri, invece, hanno raccontato dettagliatamente i servizi assicurati dalle cinesi e il resto è emerso dalle intercettazioni telefoniche e ambientali e dalle telecamere che gli investigatori hanno piazzato nelle tre cabine del centro massaggi, dove ci si muoveva sotto una luce soffusa, tra pareti rosa shocking e arredamento minimal. Era Shanshan, per l’accusa, a ricevere le telefonate dei clienti, la cui attenzione veniva attirata dai messaggi espliciti pubblicati on line, ed era lei a smistarli su una ragazza o sull’altra mentre il compagno si occupava di gestire la cassa, aspettando i clienti direttamente all’interno del negozio. Solo una parte dei guadagni, a quanto sembra, finiva alle tre massaggiatrici, di fatto prostitute, che probabilmente non incassavano più del 10% dei profitti. Il resto lo raccontano le immagini filmate dalle telecamere nascoste, assolutamente eloquenti.

Non ci sono dubbi, sostiene il giudice per le indagini preliminari Nicola Colantonio, che «l’intera attività commerciale collegata al centro benessere gravitasse attorno all’attività di prostituzione» che fruttava circa ventimila euro al mese, con tariffe assolutamente low cost, dai 50 a 100 euro a prestazione. E, sempre per il gip, lo sfruttamento veniva esercitato «in forma imprenditoriale e senza soluzione di continuità», con le cinesi a disposizione a qualsiasi ora, quasi 24 ore su 24.

A poco sono serviti gli stratagemmi usati da Shanshan al telefono: la centralinista, contattata per lo più da uomini, non faceva riferimenti a prestazioni sessuali, ma pubblicizzava la giovane età e la bellezza delle operatrici, che non avevano più di trent’anni.

Il cinese arrestato dovrà rispondere anche di sostituzione di persona perché ha mostrato alla polizia un documento di identità del fratello. Entrambi saranno interrogati questa mattina dal gip: li assiste l’avvocato Roberto Crognale il quale specifica che i due «non sono più titolari del centro massaggi».

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