Pescatori, tregua di due settimane

6 Marzo 2011

Pausa nella protesta: «Aspettiamo i risultati delle analisi dei fondali»

PESCARA. La tregua arriva a poche ore dalla lunga marcia della marineria. La rabbia dei portuali, culminata con il corteo che ha paralizzato il traffico, lascia il posto a segnali di distensione nei confronti della classe politica: «Aspettiamo i risultati delle nuove analisi dei fondali», sottolinea Francesco Scordella con un misto tra rassegnazione ed esasperazione.

Le proteste degli operatori portuali si fermano «per le prossime due settimane», il tempo di venire a capo della caratterizzazione dei fondali promessa dal sindaco Luigi Albore Mascia durante l'animato confronto con i pescatori e gli armatori sul ponte dell'Asse attrezzato. Se l'esito delle analisi dovesse dimostrare che la qualità di sabbia da dragare non è pericolosa, potrebbero ridursi i costi di smaltimento dei fanghi, incrementando il materiale da rimuovere.

«Non abbiamo alternative», ammette Scordella, «è da qui che dipende il futuro del porto. Oggi torneremo in mare e, intanto, siamo in attesa delle decisioni della Direzione marittima». La marineria pescarese, messa in ginocchio dall'insabbiamento del porto canale, ha chiesto di poter attraccare i pescherecci lungo la banchina commerciale, dove i fondali sono più alti, e di autorizzare l'ingresso nel porto canale delle imbarcazioni che hanno un pescaggio superiore a 2,20 metri. Le richieste sono contenute in una lunga lettera, inviata da Albore Mascia al comandante Pietro Verna subito dopo il corteo, per evitare il tracollo dell'intera categoria e il rischio di trasferire le navi da Pescara a Ortona.

L'amarezza che traspare dalle parole degli uomini di mare si contrappone all'ottimismo di Daniele Becci, presidente della Camera di Commercio: «Stiamo imboccando la strada giusta. La Protezione civile ha assicurato che le analisi saranno portate a termine in sei giorni. Subito dopo partirà la gara d'appalto per dragare altri 20 mila metri cubi di materiale, ricorrendo al finanziamento ministeriale da 1 milione e 900 mila euro». Ci va con i piedi di piombo, invece, Moreno Di Pietrantonio, capogruppo del Pd in consiglio comunale. «E' da un anno che l'opposizione attacca l'immobilismo del sindaco Mascia e del presidente Chiodi», rimarca, «agli operatori marittimi va tutta la nostra solidarietà. Il rischio concreto è che il porto possa drammaticamente chiudere da un momento all'altro e non si tratta di allarmismo fine a se stesso».

Le preoccupazioni sul futuro dello scalo pescarese sono condivise da Giovanni Di Iacovo, consigliere comunale di Sel: «La città rischia di essere tagliata fuori dalle rotte dell'Adriatico e questo sarebbe un durissimo colpo per tutte le prospettive di sviluppo. Questa non è un'emergenza dovuta a un disastro naturale, ma a una pessima politica di amministrazione del porto».

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