Pm pescaresi in Senato: "Cordoma ha omesso controlli a Villa Pini"

Nel mirino le pratiche dei rimborsi mai esaminate ecco i verbali degli interrogatori del sindaco

PESCARA. In mezzo ai nomi e ai cognomi che il procuratore capo Nicola Trifuoggi ha fatto durante l'audizione in commissione parlamentare d'inchiesta sulla sanità c'è anche il sindaco di Montesilvano Pasquale Cordoma, del Pdl. Cordoma, eletto nel 2007 dopo la bufera giudiziaria che ha portato in carcere l'ex sindaco Enzo Cantagallo, non è nell'elenco dei 27 imputati al processo sulla sanità ma, per la procura, è stato un «controllore non dilingente» dei crediti vantati dalla casa di cura Villa Pini nell'epoca d'oro della gestione di Vincenzo Angelini. Al presidente della commissione d'inchiesta, il senatore Ignazio Marino del Pd, e al vicepresidente, il senatore Idv Alfonso Mascitelli, Trifuoggi ha rivelato che Cordoma, «medico di base senza alcuna esperienza e competenza professionale in materia tecnico amministrativo- sanitaria», ha guidato un nucelo ispettivo composto anche da Elisabetta Di Natale, «funzionario regionale con laurea in Lettere».

«La dottoressa Di Natale non è un medico», questa la posizione della procura, «quindi non si vede cosa avrebbe potuto dire in tema di Afo, specialità accreditate e non, correttezza dei Drg riportatei nelle Sdo, correttezza della fascia di tariffa di riabilitazione applicata eccetera. Ma non molto maggiore è risultata la preparazione specifica del dottor Cordoma». Secondo quanto riferito da Trifuoggi in commissione parlamentare d'inchiesta, Cordoma ha controllato soltanto le pratiche che si è ritrovato sulla sua scrivania.

VERBALI RISERVATI.
Per la procura, sono due i documenti riservati, e cioè i verbali di interrogatorio, a inquadrare le responsabilità di Cordoma, laureato in medicina all'università di Modena e nove anni passati a fare la guardia medica (1987-1986) nel curriculum. Al pm Giuseppe Bellelli, titolare dell'inchiesta sulla sanità con Trifuoggi e il sostituto procuratore Giampiero Di Florio, Cordoma ha detto: «Non so dire come vennero scelti i campioni di cartelle cliniche da esaminare, posso dire che ci furono presentati dei pacchi di cartelle cliniche da esaminare». Alla guardia di finanza, Cordoma ha precisato: «Premesso che mi sono recato esclusivamente presso la casa di Cura Villa Pini, e non presso le altre strutture del gruppo controllate da me e dalla dottoressa Di Natale, posso affermare che trovavamo un notevole numero di cartelle selezionate con un criterio casuale, sulle quali iniziavo il controllo. Non so dire chi materialmente portasse le cartelle in quanto provenivano anche dalle strutture ubicate a l Aquila e ad Avezzano».

DOMANDA.
Alla domanda del pm Bellelli - «Avete verificato se tra le Sdo e le cartelle ve ne erano alcune relative a discipline per le quali la casa di cura Villa Pini non era accreditata? - Cordoma ha risposto così: «No, perché non sapevamo quali erano le discipline per le quali la casa di cura era accreditata». Alla finanza, il sindaco di Montesilvano ha ribadito: «Non ero assolutamente a conoscenza degli accreditamenti che avevano le case di cura da me controllate. Quindi non mi sono posto il problema di verificare se la tipologia di prestazione da controllare rientrasse fra quelle accreditate. Per quanto concerne la Sdo posso rispondere vagamente in quanto ritengo che possa essere un codice da associare ad una patologia ben precisa; non ricordo se ho controllato anche le Sdo durante le verifiche. Per quanto concerne il Drg non ricordo a cosa facesse riferimento tale sigla».

«SCONCERTANTE».
Il commento della procura alla risposta di Cordoma è riportato sulla richiesta di arresto per l'ex governatore Ottaviano Del Turco: «Risposte sincere e sconcertanti nello stesso tempo», scrive il pool di magistrati, «come se per accertare la "legittimità delle prestazioni" uno dei criteri di valutazione principali non fosse la corrispondenza all accreditamento». Alla domanda del pm Bellelli - «Su quali aspetti dunque si incentrava la vostra verifica?» - Cordoma ha risposto: «Ad esempio, se il paziente risultava ricoverato per 15 giorni, andavo a verificare se la durata del ricovero era congruo per la patologia che il paziente presentava». Questo il commento della procura: «La risposta pare rivelare la non conoscenza da parte del dottor Cordoma del sistema di remunerazione vigente per i ricoveri per acuti, ovvero a Drg, in cui ai fini del pagamento non rileva la durata della degenza essendo la tariffa forfettaria, ma l appropriatezza del Drg riportato nella Sdo. La durata del ricovero incide, ai fini della remunerazione della casa di cura, solo sulle prestazioni di riabilitazione, per le quali è invece prevista una tariffa giornaliera».

MOGLIE AL LAVORO.
Ai senatori Trifuoggi ha raccontato che la moglie di Cordoma è stata una dipendente di Angelini nello stesso periodo dei controlli. Lo stesso Cordoma ne ha parlato con i finanzieri: «Mia moglie Silvia Alberici, medico, effettivamente ha lavorato presso la casa di cura Villa Pini con contratto trimestrale, rinnovato di volta in volta, dall'ottobre 2005 o forse dall'ottobre 2004, non ricordo bene, sino al gennaio 2007».

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