Provincia, ai dirigenti 800mila euro all'anno

L'Idv propone un taglio del 50 per cento alle indennità per ridurre le spese dell'ente

PESCARA. In Provincia ci sono otto dirigenti e un segretario generale che costano all'amministrazione quasi 800mila euro all'anno. Una cifra che l'Idv intende ridurre, tagliando del 50 per cento le indennità di risultato, cioè una delle voci all'interno delle buste paga.

Così, mentre in Comune si continua a discutere sulla proposta di decurtare gli stipendi dei politici, in Provincia si pensa invece a ridurre le spese dei dirigenti.

Il consigliere provinciale dell'Idv Camillo Sborgia ha presentato una mozione per chiedere al presidente della Provincia Guerino Testa e alla giunta di diminuire la voce variabile della retribuzione, chiamata indennità di risultato, dei responsabili degli uffici e di utilizzare i risparmi per aumentare i fondi per i servizi sociali.

VOCI IN BUSTA PAGA.
Ogni dirigente della Provincia percepisce tra i 54.000 e gli 83.000 euro all'anno lordi di stipendio, esclusa l'indennità di risultato. Il triplo di un impiegato. A far lievitare le retribuzioni contribuiscono quattro voci. La retribuzione tabellare, che è quella più alta stabilita dai contratti nazionali; la retribuzione di posizione, che viene calcolata in base all'incarico affidato; l'anzianità di servizio; e, infine, l'indennità di risultato, erogata solo dopo il giudizio positivo, minimo 60 centesimi, del Nucleo di valutazione per il raggiungimento degli obiettivi. Quest'ultima voce, variabile, può oscillare dal 15 al 25 per cento della retribuzione di posizione.

QUANTO GUADAGNANO.
La Provincia ha reso noti i guadagni dei dirigenti, ma non quanto prendono in più con le indennità di risultato. Escludendo quest'ultima voce, gli stipendi più alti sono prerogativa di Fabrizio Bernardini, che ha il doppio ruolo di segretario generale e di direttore generale della Provincia. In busta paga, non ha solo la retribuzione tabellare e quella di posizione, ma percepisce anche l'indennità di direttore generale che si aggira sui 50.000 euro lordi all'anno. In questo modo, sommando tutto si arriva a 144.530 euro lordi.

Al secondo posto, tra i più pagati, troviamo Nicoletta Bucco che, oltre a ricoprire l'incarico di vice segretario generale, è anche dirigente di due settori, Politiche sociali, comunitarie, culturali ed Edilizia scolastica, Genio civile, patrimonio.

Sommando le sue retribuzioni si arriva a 83.272 euro lordi all'anno. Poco più sotto ci sono Tommaso Di Rino, dirigente al Lavoro, formazione professionale e turismo, con 82.677 euro e Gianfranco Piselli, responsabile dell'Ambiente, l'unico che percepisce la retribuzione di anzianità. Totale: 80.315 euro.

Proseguendo, incontriamo Paolo D'Incecco, alla guida del settore Opere pubbliche, con 79.672 euro; Antonio Forese, alle Risorse umane, con 76.406 euro; Maria Laura Ferrara, al servizio Economico finanziario, con 76.102 euro; Ebron D'Aristotile, alla Programmazione e controllo, con 73.402 euro.

All'ultimo posto figura Alfredo Cremonese, capo di gabinetto del presidente Testa, fedelissimo del leader di Pescara futura Carlo Masci. Percepisce 54.910 euro lordi.

IDV VUOLE I TAGLI.
«Gli stipendi dei dirigenti sono troppo alti è ora che facciano anche loro dei sacrifici in questo periodo di crisi economica». Camillo Sborgia spiega così la sua decisione di presentare una mozione per ridurre le retribuzioni dei tecnici. «Noi consiglieri», fa presente, «ci siamo già ridotti i nostri compensi del 30 per cento l'anno scorso. Inoltre, non si possono più cumulare, come in passato, gli stipendi percepiti in Provincia con quelli di altre cariche pubbliche».

La mozione, che dovrebbe essere discussa prossimamente in consiglio, prevede di «diminuire nella misura del 50 per cento gli stanziamenti per le indennità di risultato, che spettano sia ai dirigenti che al direttore generale per il corrente anno, destinando le economie ottenute in favore di progetti già attivati nei servizi sociali». In pratica, ai dirigenti dovrebbe essere decurtata la metà dell'indennità di risultato, che non supera generalmente il 25 per cento della retribuzione di posizione. Mentre per il direttore generale l'indennità è ancora più alta, viene determinata nella misura del 10 per cento del monte salari. Prendiamo come esempio il dirigente Antonio Forese: se la sua indennità di risultato dovesse essere calcolata con l'aliquota più alta del 25 per cento, percepirebbe 8.273 euro lordi in più. Con il taglio del 50 per cento questa cifra si ridurrebbe a 4.136. L'altra metà andrebbe al sociale. La mozione conclude così: «Sarebbe opportuno che tutti facessero la loro parte e anche la Provincia di Pescara potesse dare un contributo per risollevare le sorti della nazione».

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