Provincia, scure sui consiglieri

Con la manovra stipendi ridotti del 25%. Per la giunta solo mini tagli

PESCARA. Il presidente Guerino Testa dovrà rinunciare soltanto a 161 euro lordi al mese, contro i 434 in meno del sindaco. Gli assessori provinciali, invece, perderanno 105 euro lordi, contro i 282 in meno dei loro colleghi del Comune.

I tagli agli emolumenti degli amministratori locali, previsti nella manovra anti-crisi del governo Berlusconi, colpiranno solo in minima parte le tasche dei politici della Provincia. In pratica, il presidente e gli assessori perderanno solo il 3 per cento dei loro stipendi lordi, contro il 7 degli amministratori comunali. Ben più pesanti le decurtazioni per i consiglieri che, con il passaggio alle indennità fisse e con un nuovo sistema di calcolo, perderanno oltre il 25 per cento della loro retribuzione. Al lordo percepiranno in busta paga 1.040 euro al mese.

QUANTO PERDE TESTA Le riduzioni dovrebbero scattare dal prossimo anno, ma si attende il decreto attuativo. Sta di fatto che il motto del governo, «Sacrifici per tutti», sembra dissolversi come neve al sole di fronte ai tagli previsti per i politici della Provincia. I calcoli sono presto fatti. Il presidente della giunta provinciale Guerino Testa guadagna ogni mese 5.362 euro lordi. Al netto, il suo stipendio non supera i 3.500 euro. La scure del ministro dell'Economia Giulio Tremonti lo sfiorerà appena. Applicando la riduzione del 3 per cento alla sua busta paga, così come stabilisce la manovra per le Province con una popolazione non superiore ai 500mila abitanti, l'importo scenderà a 5.201 euro, cioè 161 euro lordi in meno di adesso, 60-70 euro netti. In pratica, è come se Testa dovesse rinunciare a due cene al ristorante. Il suo collega di partito, Luigi Albore Mascia percepisce un'indennità più alta come sindaco della città, ma il taglio del governo è decisamente più sostanzioso: il 7 per cento, cioé 434 euro lordi. Niente a che vedere, comunque, con i sacrifici imposti ai lavoratori statali. Secondo fonti sindacali, i dipendenti pubblici, con il blocco degli automatismi e delle carriere, perderanno il 20 per cento delle retribuzioni.

TAGLI AGLI ASSESSORI Mini rinunce anche per gli assessori provinciali. Per loro le decurtazioni sono sempre nell'ordine del 3 per cento. Così, dai 3.485 euro lordi al mese di stipendio passeranno a 3.380, cioè 105 euro lordi in meno, circa 50 netti. Un pieno in meno di benzina a una macchina di media di cilindrata. Un piccolo sacrificio è previsto anche per il vice presidente della giunta provinciale Fabrizio Rapposelli, che può contare su uno stipendio più consistente rispetto a quelli dei suoi colleghi di giunta. Ora, il numero due dell'amministrazione provinciale percepisce 4.021 euro lordi al mese. Nel prossimo futuro, potrà contare su 3.900 euro lordi, cioè 121 euro in meno. Scenderà di 52 euro la retribuzione del presidente del consiglio provinciale Giorgio De Luca. Dagli attuali 1.742 euro lordi al mese, passerà a 1.690. SCURE SUI CONSIGLIERI A pagare di più le spese della crisi economica saranno i consiglieri provinciali. La manovra del governo prevede, come per quelli comunali, una rivoluzione per il calcolo dei loro compensi. In sostanza, spariranno i gettoni di presenza assegnati ai singoli consiglieri per la loro partecipazione alle sedute di consiglio e delle commissioni e arriveranno le indennità fisse. Indennità che non potranno superare il limite di un quinto dello stipendio percepito dal presidente della giunta provinciale. Attualmente, invece, i consiglieri possono arrivare a guadagnare, con i gettoni di presenza, fino a un quarto della retribuzione del presidente, cioè 1.340 euro. Con il nuovo sistema di calcolo perderanno 300 euro secchi. Lo stipendio fisso si fermerà a 1.040 euro lordi al mese. In pratica, 500-600 euro netti al mese. In compenso, non cambierà nulla per i rimborsi dei viaggi che ogni consigliere, non residente a Pescara, percepisce per venire a seguire le sedute di commissioni e di consiglio. Con questo meccanismo, i politici riescono ad arrotondare i loro emolumenti.

CASO DI MATTIA Il caso più eclatante, già emerso in passato, è quello di Attilio Di Mattia, consigliere Idv, che si sposta ogni volta dalla sua residenza a Vienna. Fortunatamente, le spese della Provincia per i viaggi di Di Mattia sono contenute, perché il consigliere dell'Italia dei valori partecipa molto poco alle sedute. La conferma arriva dall'elenco dei pagamenti effettuati a maggio dall'ente. Di Mattia è all'ultimo posto, con lo stipendio pari a zero, perché non ha preso parte ad alcuna riunione durante il mese scorso. Gli emolumenti degli altri consiglieri, invece, non sono inferiori a 900 euro. In cima alla classifica degli stipendi più alti c'è Lucio Petrocco, Pdl. Tra gettoni di presenza e rimborsi dei viaggi per spostarsi dalla sua residenza di Carpineto fino a Pescara, è riuscito a guadagnare 2.279 euro lordi. Poco al di sotto troviamo Gabriele Santucci, Udc, residente a Civitella e Antonio Di Marco, Pd, sindaco di Abbateggio. I loro compensi con rimborsi annessi sono stati, rispettivamente, di 1.939 e 1.920 euro.

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