l'editoriale

QUEL VOTO, UN AVVERTIMENTO PER TUTTI

L’inimmaginabile si è realizzato. Matteo Renzi, l’uomo nuovo che doveva cambiare l’Italia, che voleva rottamare il sistema, è stato lui stesso alla fine rottamato dagli italiani

di PRIMO DI NICOLA

L’inimmaginabile si è realizzato. Matteo Renzi, l’uomo nuovo che doveva cambiare l’Italia, che voleva rottamare il sistema, è stato lui stesso alla fine rottamato dagli italiani. Che bocciando la sua riforma costituzionale, lo hanno costretto alle dimissioni, all’inaspettata uscita di scena.

Lo ha annunciato lui stesso nel corso della conferenza stampa tenuta nella notte. E nella quale ha spiegato che oggi salirà al Quirinale per rimettere il mandato nelle mani del presidente della Repubblica. Un esito impensabile solo un anno fa. Quando nessuno avrebbe potuto ipotizzare una simile caduta. Ma è stato lo stesso capo del governo a creare le premesse del disastro. Quando ha legato il suo personale destino all’esito della riforma costituzionale. Una personalizzazione che si è rivelata fatale.

Adesso siamo al punto di partenza. Torniamo nelle condizioni di quel terribile inizio 2013 quando l’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nell’accettare il reincarico, sferzò il Parlamento incapace di varare un governo, eleggere un nuovo capo dello Stato, definire una legge elettorale decente.

Che fare, adesso? A questo punto dovere primario delle forze politiche, tutte, di maggioranza e opposizione, quelle del Sì e quelle del No, è garantire stabilità al Paese. Mettendo al sicuro l’economia e le prospettive delle famiglie esposte ai venti della crisi. Facendo una legge elettorale decente e condivisa per andare poi a elezioni. Perché con il voto di ieri i cittadini hanno mandato un chiaro avvertimento. Con una campana che non suona per questo o per quello. Ma che, sinistra, suona per tutti.

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