QUELLI CHE... PUNTANO UN EURO SUL FUTURO

17 Giugno 2013

«Un imprevisto è l’unica speranza», scrisse quel gran signore del pessimismo che si chiamava Eugenio Montale. E se un imprevisto ora ci fosse, a rischiarare il cielo plumbeo della crisi? Ebbene sì: tra tante cose che non funzionano, in Italia come in Abruzzo, uno spiraglio di luce arriva dalla ritrovata spinta dei giovani a creare nuove imprese. Sarebbe esagerato parlare di un boom e alimentare false speranze. Ma è un fatto che un’operazione che sembrava solo l’ennesimo tentativo di gettare fumo negli occhi a chi invoca misure per la ripresa, cominci ad avere invece i contorni di una buona semina.

Stiamo parlando del progetto “srl a un euro”, ovvero la possibilità per gli under 35 di creare una mini-società a responsabilità limitata abbattendo completamente i costi notarili. Dando a tutti e senza limiti d’età, di converso, la chance di creare una srl comunque leggera e con un capitale minimo, simbolico di un solo euro. La misura, divenuta operativa da settembre, fu voluta dal governo Monti e, vista la popolarità di quell’esecutivo, non fu accolta con grande calore. Ma in realtà pare proprio che stia funzionando: nel solo Abruzzo a tutto maggio erano già attive 520 nuove imprese create con queste facilitazioni di “leggerezza burocratica”. Un dato che, peraltro, pone questa regione davanti a entità come il Piemonte e le Marche, di solito assai più vivaci sul piano imprenditoriale.

L’impressione è che chi non trova lavoro cominci a considerare, oltre all’ipotesi di emigrare, anche quella di darsela da sé un’occupazione. Senza più il sogno di diventare ricco, accarezzato da altre generazioni, ma con la ben più modesta aspirazione di crearsi un reddito dignitoso. In genere non c’è più l’uomo solo al comando e si divide il rischio con i coetanei, mettendo a frutto ognuno le proprie capacità: l’impallinato di computer fa l’informatico, l’estroverso del gruppo fa il commerciale, il più pignolo l’amministrativo e così via.

Certo, non tutte queste srl “leggere” sono destinate a durare: ci sarà una selezione naturale e, speriamo, qualcuno imparerà dagli errori di un primo tentativo per ripartire su basi più solide. Soprattutto sarà importante individuare i canali giusti per finanziarsi, in tempi in cui le banche non vogliono rischiare, magari rivolgendosi ai vari bandi con cui si stimola la nuova imprenditoria. Ma l’importante è che, finalmente, ci sia una reazione dal basso, dai giovani, peraltro confermata due giorni fa dai dati snocciolati per la provincia di Chieti dal presidente della Camera di commercio, Silvio Di Lorenzo. Di aria fresca e di nuove idee, questa regione ha bisogno come del pane. Difendere l’esistente è giusto, ma non basta. Servono il coraggio e l’incoscienza che solo i giovani possiedono. In bocca al lupo, ragazzi. E buona domenica a tutti.

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