Regione con i balneatori: c’è il ricorso in Cassazione

L’ente schiera un pool di avvocati tra cui i professori Cerulli Irelli e Brancadoro Affianca nella causa il Sib Confcommercio per salvare le concessioni fino al 2033
PESCARA. Il presidente Marco Marsilio e l’assessore regionale al Demanio marittimo, Nicola Campitelli, sfidano i giudici del Consiglio di Stato e scendono in campo al fianco dei balneatori, non solo i 650 dell’Abruzzo ma anche quelli del resto d’Italia, per scongiurare la vendita all’asta delle concessioni prevista per la fine dell’anno.
L’obiettivo da raggiungere è far cassare la sentenza di novembre 2021 del Consiglio di Stato che ha annullato la proroga delle concessioni balneari al 2033. E per raggiungere lo scopo, la Regione Abruzzo, unica in Italia a farlo, è ricorsa alla Suprema Corte di Cassazione, costituendosi in giudizio ad adiuvandum del Sib Confcommercio, e affidandosi a un pool di avvocati tra cui spiccano i nomi dei professori del diritto civile/amministrativo e commerciale, Vincenzo Cerulli Irelli e Gianluca Brancadoro, quest’ultimo vice presidente del Monte dei Paschi di Siena, affiancati dai legali dell’ente, Antonio Orsini e Stefania Valeri.
La Cassazione, a sezioni civili unite, ha fissato per il 24 ottobre 2023 l’udienza che potrebbe ribaltare, a livello nazionale, una situazione che vede ora soccombere le imprese del turismo estivo non solo a causa della Direttiva europea Bolkenstein ma anche per quella sentenza di due anni fa del Consiglio di Stato che, in adunanza plenaria, ha disapplicato la proroga delle concessioni balneari al 2033, contenuta nella legge Centinaio, la 145/2018, e fissato il termine di scadenza dei titoli vigenti al 31 dicembre di quest’anno. «Si tratta di sentenze fortemente criticate dal mondo accademico (qualche autorevole giurista l’ha definita persino “inquietante”)», afferma il presidente nazionale del Sib, Antonio Capacchione, «il Consiglio di Stato, con un eccesso di giurisdizione, si è sostituito al legislatore, alla Corte costituzionale e persino alla Corte di giustizia dell’Unione europea. Era doveroso per noi ricorrere all’organo giudiziario superiore», aggiunge, «e lo abbiamo fatto con il patrocinio di autorevoli giuristi come la professoressa Maria Alessandra Sandulli (figlia dell'ex Presidente della Corte Costituzionale Aldo Mazzini Sandulli, ndr) e il professore Romano Vaccarella, nell’interesse di tutti i balneari italiani, indipendentemente dalla organizzazione in cui si riconoscono. A sostegno delle nostre ragioni e motivazioni», sottolinea Capacchione, «sono intervenute in giudizio anche la Regione Abruzzo e l’Assonat (l’Associazione nazionale approdi turistici, ndr)». Il presidente del Sindacato italiano balneari conclude: «Siamo fiduciosi nell’accoglimento del ricorso, viste la pluralità, fondatezza e gravità dei vizi denunciati. Ma sappiamo che la soluzione della questione balneare non spetta ai giudici, bensì al governo Meloni e al parlamento». (l.c.)
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