Regione nell’area di risulta, sì al progetto da 48 milioni tra gli striscioni e gli insulti

10 Giugno 2023

Scontro in consiglio nella notte, Masci esulta: operazione attesa da 37 anni  Cancellati 62 emendamenti dell’opposizione su 71, esplode la protesta

PESCARA. Approvato tra le grida di protesta dell’opposizione il progetto della sede unica della Regione Abruzzo nell’area di risulta. Intorno all’una di notte, la maggioranza di centrodestra ha ritrovato unità e ha detto sì al piano da 48 milioni di euro che dovrebbe cambiare il volto del centro di Pescara con il palazzo della Regione alto 50 metri, un parco e silos per i parcheggi. Ad appena un giorno dalla scadenza del termine, l’amministrazione Masci ha ratificato l’accordo di programma già stretto tra Comune e Regione. Al termine della maratona in consiglio, il sindaco Carlo Masci ha cantato vittoria e ha attaccato il M5S ripescando una mozione, un ordine del giorno e un articolo di giornale del 2022 in cui i grillini chiedevano la sede della Regione proprio nell’area di risulta: «Voglio ringraziare la mia maggioranza che nei momenti topici c’è sempre; i miei assessori che sono qui; il presidente del consiglio comunale. Mi dispiace aver assistito a un consiglio segnato dalle offese piene di livore e cattiveria che sopportiamo ma non accettiamo. Dopo 37 anni, nell’area di risulta, arriverà un edificio pubblico che non sarà una colata di cemento: ci saranno architetti bravi capaci di interpretare il territorio. Dove adesso ci sono soltanto macchine», ha detto il sindaco, «noi faremo un’area verde di 6,5 ettari». La seduta, iniziata alle ore 20 e andata avanti a oltranza, si è risolta in uno scontro senza precedenti tra maggioranza e minoranza con insulti (e scuse), accuse (e controaccuse), imboscate politiche (e repliche). L’opposizione: «È una sciagura per la città votata nottetempo, c’è poco da stare allegri». Proteste anche tra il pubblico.
STRISCIONE Il consiglio si è aperto con un annuncio del presidente Marcello Antonelli della Lega che ha acceso le polemiche: dei 71 emendamenti presentati dal Pd e dal M5S, ne sono sopravvissuti soltanto 9, raggruppati poi in 5 blocchi. Gli emendamenti, per decisione di Antonelli, non stati considerati ammissibili: una decisione che è stata accolta tra le contestazioni. La minoranza ha protestato anche con uno striscione esposto nell’aula consiliare: «Vergogna», scritto in rosso su un lenzuolo bianco. Uno striscione prima esposto, poi messo via e, infine, quando è riapparso sui banchi durante la discussione, rimosso dagli agenti della polizia municipale: «Avete fatto le foto? Ora togliete lo striscione», ha detto Antonelli. Ma l’opposizione non ha raccolto l’invito e sono intervenuti i vigili urbani.
TUTTI PRESENTI Dopo il consiglio saltato martedì scorso a causa delle troppe assenze in maggioranza e dopo l’ultimatum del sindaco inviato ai suoi consiglieri – chi vota sì sta con il centrodestra; chi vota no o non si presenta alla seduta senza una giustificazione che tenga è fuori dalla maggioranza e rischia l’esclusione dalle liste – stavolta la maggioranza ha detto presente in massa. Tutti presenti in Forza Italia, il partito di Masci, in Fratelli d’Italia e anche in Pescara Futura, i gruppi che nei giorni scorsi non si erano presentati al completo.
«RICATTO» Il retroscena raccontato dal Centro – «Chi dice no adesso sarà escluso dalle elezioni», questo il titolo di ieri – si è trasformato in un tema di discussione in aula: «Questa è un’estorsione rivolta alle persone che hanno consentito al sindaco di essere eletto. È grave quello che ho letto e su questa minaccia di stampo estorsivo andrò fino in fondo», ha detto il consigliere Carlo Costantini (Azione), «uno scandalo senza precedenti». «La vostra assenza di martedì è stata un atto politico mentre dopo il ricatto del sindaco siete tutti presenti», ha ribadito Piero Giampietro del Pd all’indirizzo dei consiglieri di maggioranza. «Siete presenti perché siete sotto ricatto, dove sono finiti il vostro orgoglio e dignità?», ha chiesto Francesco Pagnanelli (Pd).
SCONTRO E INSULTI Una seduta sopra le righe: Costantini ha attaccato Antonelli per gli emendamenti tagliati e ha parlato di «sindaco più idiota d’Italia» salvo poi chiedere scusa; il capogruppo di Forza Italia Roberto Renzetti ha detto «circo» alla consigliera M5S Erika Alessandrini per poi chiudere con un «se ho usato un termine offensivo, me ne scuso. Ma lei non ha fatto altro che fare gesti mentre parlavo».
IL PALAZZO La delibera non svela ancora cosa accadrà di preciso nell’area di risulta: non è pronto il progetto definitivo del palazzo della Regione, ma l’accordo prevede che la nuova sede occuperà 10mila metri quadrati, un’altezza massima di 50 metri e sarà dotata di parcheggi. L’edificio conterrà uffici, dipartimenti e assessorati ora sparsi in città. L’ipotesi prevede una biblioteca, una sala conferenze, una mensa e un bar, un giardino in diretto collegamento con il parco centrale.