Pescara

Riciclaggio con i locali a Pescara, 4 indagati: sotto accusa gli affari di Serraiocco

20 Giugno 2025

La procura di Pescara apre un fascicolo sulle attività dell’ex assessore e del fratello, scattano le perquisizioni. Al setaccio i trasferimenti di soldi tra società inattive e ditte in liquidazione: violato il codice delle imprese

PESCARA. La procura di Pescara apre un altro importante fronte di indagine nel cuore “dolce” della città e mette sotto la lente di ingrandimento le attività dei fratelli Vincenzo e Andrea Serraiocco, di Nelco Doati e di Mario Pallotta: i primi tre sono accusati e indagati per la violazione del Codice della crisi d’impresa e tutti per riciclaggio e autoriciclaggio. E la procura dispone anche una serie di perquisizioni a tappeto su tutto ciò che è riconducibile ai quattro indagati che contestualmente hanno ricevuto l’avviso di garanzia. Nel mirino c’è un vorticoso giro di soldi che viaggiano tra le società riconducibili ai quattro, alcune molto note in città come quelle con il marchio “Dolcezze Napoletane” che ha diversi punti vendita, e flussi di denaro che da società ormai decotte finiscono nella disponibilità della “Vincenzo Serraiocco Consulting”, società già nota per altre inchieste avviate dalla stessa procura.

IL RUOLO DI SERRAIOCCO. Vincenzo Serraiocco è senza dubbio il personaggio più noto che, nell’informativa della guardia di finanza che conduce le indagini delegate dal procuratore aggiunto Anna Rita Mantini e dal sostituto Luca Sciarretta, viene ricordato per la sua condanna a 4 anni e mezzo di reclusione per la bancarotta legata alla gestione delle Naiadi (crac da 6 milioni di euro). L’informativa della finanza ripercorre il curriculum di Serraiocco in cui si intrecciano impresa, politica e sport: è stato assessore nella giunta comunale di Albore Mascia; è stato anche socio e membro del cda della Pescara Calcio e anche presidente della Folgore Sambuceto; è stato coordinatore giovanile nazionale dell’Udc.

LA SOCIETA’ DI PALLOTTA. Mario Pallotta nasce invece dal nulla: nell’ottobre del 2020 costituisce insieme a Vito Pecoraro la società Dolcezze srls cedendo a quest’ultimo, nell’aprile 2021, tutte le sue quote. Nel marzo 2023, Pecoraro cede il 100% delle quote a Mario Butolo, «soggetto già noto alle forze dell’ordine e praticamente nullatenente, in sostanza una evidente e classica testa di legno», scrivono le fiamme gialle che riportano anche una chicca: nell’atto di cessione di quote, l’indirizzo di Butolo corrisponde a quello della casa circondariale di San Donato; Andrea Serraiocco, anche lui professionista, viaggia in coppia con il fratello, mentre Doati sarebbe un’altra sorta di testa di legno.

LA DISTRAZIONE DEI SOLDI. Le loro presunte attività illecite vengono sintetizzate nei capi di imputazione dove figurano anche le società utilizzate per le loro operazioni ritenute illecite: «...per avere in concorso fra loro, Doati quale legale rappresentante dal 28 marzo 2014 al 3 agosto 2017, Vincenzo Serraiocco quale liquidatore a far data dal 3 agosto 2017, Andrea Serraiocco quale concorrente esterno, attuato plurime condotte distrattive ai danni della “Engineering Teatina” per un ammontare complessivo di 612mila euro, attraverso plurimi bonifici bancari effettuati dai conti correnti della società in favore della “Vincenzo Serraiocco Consulting” per 368mila euro; in favore di Vincenzo Serraiocco per 244mila euro, in epoca nella quale detta società versava già in stato di insolvenza». E ancora, altro capo di imputazione: «...per avere in concorso materiale fra loro, Andrea Serraiocco quale legale amministratore, Doati (tramite la società “Anno Zero Service”), Vincenzo Serraiocco (tramite la “Vincenzo Serraiocco Consulting” e “Slife”) quali soci e concorrenti esterni, attuato plurime condotte distrattive ai danni della “MKP Retail Solution” per un ammontare di 235mila euro, attraverso plurimi bonifici effettuati dai conti correnti della società in favore della “Vincenzo Serraiocco Consulting”».

RICICLAGGIO A PESCARA. E poi le accuse relative ai reati di riciclaggio e autoriciclaggio dove tutti e quattro avrebbero «effettuato plurime operazioni di trasferimento e impiego, tramite numerose società a loro riconducibili, tra le quali: la “Vincenzo Serraiocco Consulting”; la “Tassoni 21” (società di Pallotta attualmente inattiva); la “Vincent srl” (che gestisce alcuni bar a Pescara, “Dolcezze Napoletane”, partecipata al 50% da Pallotta e al 50% dalla “Slife” dei Serraiocco); la “Vincenzo Serraiocco Auditors Consultants” (legalmente rappresentata da Andrea e appartenente a entrambi i fratelli); la “Slife” (legalmente di Andrea e appartenente a lui e alla “Vincenzo Serraiocco Consulting”); la “Fitness Club Società Sportiva Dilettantistica” (legalmente rappresentata prima da Vincenzo Serraiocco, poi da Nelco Doati).

TASSE NON PAGATE. E qui si parla di centinaia di migliaia di euro, «provento dei reati di omessa dichiarazione, di sottrazione fraudolenta di imposte, di bancarotta fraudolenta patrimoniale, commessi mediante plurime condotte di distrazione attuate ai danni delle società “Anno Zero Service” per 100mila euro; “Stola” (in liquidazione giudiziaria) per 328mila euro; “Engineering Teatina” (in liquidazione) per 612mila euro; “MKP Retail Solution” (in liquidazione) per 235mila euro; “Ingegneria Italia” (in amministrazione straordinaria) per 131mila euro, in modo da ostacolare concretamente l’identificazione della loro provenienza delittuosa»: reati che secondo la procura sarebbero «ancora in corso di consumazione».