Rivolta in via Monte Faito «Basta colate di cemento»

I residenti contestano il progetto che prevede nuove case e un supermercato Già raccolte 761 firme per salvare l’area verde e trasformarla in un parco

PESCARA. «Pensiamo al futuro, salviamo il verde». Con questo slogan un folto gruppo di residenti, riuniti in un comitato cittadino, contesta il progetto che prevede la realizzazione di un supermercato e di nuovi appartamenti tra via Monte Faito e via Fonte Romana.

Sono state già raccolte 761 firme per difendere quel poco di verde rimasto nella zona dell’ospedale e convincere l’amministrazione comunale a non approvare la variante al piano regolatore necessaria per consentire ai privati proponenti, la società Regina real estate e Rita Marchegiani, di realizzare il loro progetto. Ieri, la questione è stata esaminata in commissione Gestione del territorio, presieduta da Ivano Martelli, cui hanno preso parte alcuni abitanti che hanno espresso forti preoccupazioni per il futuro del loro quartiere. L’obiettivo dei cittadini è quello di fermare l’adozione, da parte del consiglio, della proposta di delibera, già pronta, per la realizzazione del piano attuativo di iniziativa privata in variante al prg.

Leggendo il provvedimento, si scopre che si tratta di un grosso intervento che interessa un’area complessiva di 12.951 metri quadrati. Gli immobili non dovrebbero superare i 10,5 metri di altezza. Secondo i residenti del comitato, dal nome eloquente «Salviamo il verde che c’è», si tratta dell’ennesima colata di cemento che deturperebbe la zona già iperinflazionata di supermercati e abitazioni. «Un’area di circa 4.250 metri quadrati», spiegano i residenti in una relazione inviata al sindaco Marco Alessandrini, «dovrebbe accogliere una struttura commerciale di media distribuzione di vendita di circa 1.000 metri quadrati. I proponenti chiedono una deroga all’applicazione dell’articolo 40 delle Norme tecniche di attuazione, con conseguente cessione al Comune di una quantità di metri quadrati nettamente inferiore allo standard (850 invece di 2.125 metri quadrati). In questo modo il Comune perderà circa 1.300 metri quadrati che potrebbero essere destinati a verde pubblico e a spazio collettivo».

Da qui le preoccupazioni del comitato che raggruppa una trentina di famiglie, presieduto da Feliciana Di Ottavio. «La struttura commerciale», fanno presente, «porterà senz’altro ad un aumento del traffico in una zona già ampiamente servita da negozi e supermercati. La primaria conseguenza di questo traffico indotto sarà l’aumento del rumore e dell’inquinamento in una zona molto vicina all’ospedale». I timori del comitato si fondano anche su una relazione sul progetto inviata dall’Arta al sindaco il 27 luglio scorso. Relazione in cui si evidenzia la necessità di sottoporre l’intervento alla Valutazione ambientale strategica. «Le due aree individuate», conclude l’Arta, «costituiscono parte delle scarse aree verdi ancora presenti all’interno del fitto tessuto urbanizzato della città. Pertanto sarebbe auspicabile una pianificazione unitaria di tali zone che ne garantisca la tutela e la salvaguardia al fine di rendere la città stessa più salubre e vivibile».

Gli esponenti del comitato hanno anche una proposta alternativa che vorrebbero rappresentare all’amministrazione comunale, ma finora non è stato possibile. «Abbiamo chiesto un incontro al sindaco», rivela la presidente, «ma ci ha risposto di essere rappresentato in questa occasione da Martelli».

«Non ci limitiamo solo alla protesta», precisano i cittadini, «ma sappiamo passare anche alla proposta, consigliando i proponenti di riqualificare strutture già esistenti che in passato hanno accolto supermercati». Proponiamo al Comune la riqualificazione dell’area che vada nel senso ecologista del termine, espropriandola e creando un parco con alberi». Sulla stessa linea dei residenti anche il vice capogruppo di Forza Italia Vincenzo D’Incecco: «Condivido tutte le preoccupazioni del comitato, chiedo che venga rispettato il prg e si utilizzi quella superficie per allargare il parco o per realizzare una struttura sociale».

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