Ruba chiavi e telefono alla ex: denunciato giovane violento

Dopo messaggi e pedinamenti, il 35enne ha bloccato la donna mentre stava andando a lavorare Gagliardone (Ananke): «Crescono le richieste d’aiuto. Ma spesso l’aggressività esplode all’improvviso»
PESCARA. La storia, sempre la stessa. Non accetta di essere stato lasciato dalla compagna e iniziaa perseguitarla. Messaggi continui, pedinamenti, appostamenti sotto casa. Poi, qualche giorno fa, pieno di rabbia, l'ha bloccata in mezzo alla strada mentre la ex si stava dirigendo verso la propria auto per andare a lavorare, e le ha portato via il telefonino e le chiavi della vettura. Per la donna, residente a San Giovanni Teatino, un inferno. Ieri, dopo la sua denuncia e le indagini, nei confronti dell’ex, un 35enne di Spoltore, è scattato per lui il divieto di avvicinamento. A notificarglielo sono stati i militari dell'Arma della stazione di Spoltore insieme ai colleghi della compagnia di Chieti.
Per lo stesso motivo, lo scorso fine settimana, i carabinieri della compagnia di Pescara, diretti dal capitano Giovanni Rolando, avevano denunciato altri due spoltoresi. Uno era arrivato a minacciare la ex fidanzata con una pistola, rivelatasi poi una scacciacani senza tappo rosso. L’altro invece picchiava la moglie. Ogni motivo era buono per maltrattarla e umiliarla. In meno di una settimana, nel Pescarese sono tre gli episodi emersi di violenza sulle donne. E l’invito delle forze dell'ordine alle donne, è quello di continuare a denunciare. «Insieme alla denuncia, che è importantissima», sottolinea Doriana Gagliardone del centro antiviolenza Ananke, «è fondamentale che le donne si rivolgano anche a strutture che poi, attraverso la rete, possano supportarle nel percorso, spesso lungo e difficile. Noi, come Ananke, ogni anno riceviamo il 2-3% in più di richieste d’aiuto. Ogni anno, fra le 10 e le 20 donne ci chiedono di seguirle. In crescita sono anche le telefonate. Spesso ci contattano per avere informazioni. A mio avviso», dice Gagliardone, «c'è ancora tanto da fare e su più fronti, a cominciare da lavoro e casa. Molte donne hanno difficoltà enormi a trovare un’abitazione. In un momento della loro vita in cui hanno bisogno di riacquistare fiducia in sé e autonomia, hanno davanti un muro». E il fenomeno è trasversale. Le vittime sono donne, per lo più italiane, di tutte le condizioni sociali. «Sono generalmente italiani», fa presente, «pure i maltrattanti, che hanno un livello d'istruzione medio-alto e un impiego. In diversi casi», aggiunge, «la violenza sfocia all'improvviso, senza delle avvisaglie, e quando la donna è incinta».