Saldi, controlli alla camomilla

L'ira delle associazioni di categoria per i prezzi taroccati: «Suicidio»

PESCARA. La corsa al rinnovo del guardaroba a prezzi ridotti è iniziata da 4 giorni, ma è già polemica per i finti saldi praticati da alcuni punti vendita del centro e della periferia. I prezzi gonfiati e i cartellini contraffatti mettono sull'attenti le associazioni dei consumatori che puntano il dito contro il "suicidio commerciale" dei venditori e le strategie di mercato "bufale colossali".

È opinione diffusa che, per salvare la faccia all'intera categoria dei commercianti e mettere al riparo il portafogli dei clienti, sia opportuno rivedere il regolamento nazionale sugli sconti di fine stagione. La proposta di liberalizzare il mercato dei saldi, in modo da offrire ai commercianti la possibilità di praticare sconti e promozioni durante tutto l'anno, è stata lanciata nei giorni scorsi dal Codacons. Accolta con favore da molte associazioni di categoria attive sul territorio pescarese e da una parte degli esercenti, la legge servirebbe a ufficializzare la consuetudine diffusa di operare svendite fuori stagione.

LE ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI «I saldi sono uno specchietto per le allodole per imbonire i clienti attratti dalla necessità di risparmiare», tuona Franco Venni, presidente di Arco consumatori, «sia in estate che in inverno ci sono milioni di italiani che cadono nella trappola delle vendite scontatissime. Sono anni che denunciamo la mancata esposizione dei prezzi o la presenza tra gli scaffali di capi d'abbigliamento di collezioni passate». Secondo il presidente di Arco consumatori, ci sono tantissimi modi per aggirare la norma che limita i ribassi in soli due periodi dell'anno. «La prassi è di operare sconti mascherati ricorrendo allo stratagemma del fuori tutto, dei ribassi speciali e della svendita per rinnovo locali».

Concetta La Sorda
, responsabile di Federconsumatori, definisce un «suicidio commerciale» il mancato rispetto della legge sui saldi. «I finti sconti», sottolinea senza la mimina incertezza, «balzano all'occhio dei passanti che, proprio nei giorni che precedono le svendite, si lanciano in una vera caccia alla ricerca dell'abito giusto che dovrà poi essere comprato sotto prezzo».

I CONTROLLI
In queste ore il nucleo Commercio della Polizia municipale, coordinato dal maggiore Domenico Ballone, sta effettuando controlli a tappeto negli esercizi commerciali. Sono 21 le attività ispezionate ieri, a cui si aggiungono i 23 negozi passati al setaccio sabato. Un totale di 44 esercizi risultati perfettamente in regola. Nel mirino degli agenti c'è la corretta esposizione dei cartellini, l'indicazione del prezzo pieno, della percentuale di sconto e del nuovo costo.

Eppure il commerciante furbo ha giocato d'anticipo e, come mostrano le foto scattate prima e dopo l'inizio dei saldi, lo sconto è sì esatto, ma a fronte di un prezzo iniziale gonfiato per simulare il ribasso. Il risultato finale è che i due prezzi, quello reale e quello scontato, finiscono per coincidere. Di conseguenza, l'acquirente viene preso in giro perché ai saldi paga il prezzo pieno convinto che sia scontato.

I FURBI Per salvare la reputazione ed evitare brutte sorprese, i commercianti presi in castagna dal Centro nei giorni scorsi si sono mossi alla svelta per togliere dalle vetrine i capi d'abbigliamento incriminati. Il cinturone con il prezzo gonfiato è sparito dall'abito rosso da donna, mentre il costosissimo vestitino a fiori è stato rimosso e al suo posto compare un altro abitino griffato, con un 20 per cento in meno che, ahimè, si rivela anch'esso una bufala: il prezzo finale (175 euro) è lo stesso di quello di prima dei saldi.

LIBERALIZZAZIONE L'assessore comunale al Commercio Stefano Cardelli mette le mani avanti e invita a non colpevolizzare la categoria. «Ai furbi bisogna rispondere con i controlli serrati», chiarisce, «sono favorevole alla libertà d'impresa, con la possibilità di scegliere quando e come effettuare gli sconti. Consiglierei di posticipare gli orari di apertura e chiusura, come avviene in Spagna, e sostituire il riposo pomeridiano del giovedì con quello del lunedì mattina».

La possibilità di rivedere la complessa regolamentazione è stata discussa più volte a livello regionale e nazionale. Come rivela Bruno Santori, presidente di Confesercenti Pescara, i commercianti sono fortemente divisi. «Ci sono frange favorevoli alla liberalizzazione e altri che vorrebbero limitare il più possibile le promozioni. Il guaio», conclude, «è che le pecche di qualcuno finiscono per rovinare il buon nome di tanti altri».

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