Salvati in mare, arrivano altri 161 migranti

26 Marzo 2023

Martedì a Ortona il maxi sbarco dopo tre operazioni di soccorso di Emergency: tra i superstiti bambini e donne incinte

ORTONA. Ortona si prepara ad accogliere un maxi sbarco di migranti, a distanza di un mese dal primo, con un nuovo carico di 161 donne e bambini che fuggono da guerre civili e povertà. Sono quattro volte di più della prima ondata.
Le operazioni di salvataggio in mare aperto sono state condotte dalla nave Life Support di Emergency, un’imbarcazione che batte bandiera panamense, lunga 51,3 metri e larga 12, che a pieno carico può accogliere fino a 175 naufraghi oltre al personale di bordo. Ieri si è tenuta la prima riunione in Prefettura, coordinata dal viceprefetto vicario Valentina Italiani, con i vertici delle autorità istituzionali, civili e militari, coinvolti nelle delicate fasi di monitoraggio e accoglienza dei migranti che in questo momento stanno viaggiando lungo la rotta che conduce in Italia, al porto di Ortona assegnato dalle autorità. Domani mattina si riunirà anche il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal prefetto Mario Della Cioppa, alla vigilia dello sbarco che, in caso di condizioni meteorologiche favorevoli, potrebbe avvenire già nella giornata di martedì.
Emergency ha recuperato i primi 78 migranti all’alba di ieri, su un gommone di fortuna di circa 12 metri, sovraffollato e senza benzina, nelle acque internazionali della zona Sar maltese, in quel rettangolo virtuale a poche miglia da Lampedusa conosciuto dalle cronache come il più grande cimitero del Mediterraneo. Tra i superstiti, si contano 3 donne, di cui una incinta di due mesi, due bambine accompagnate di 8 e 6 anni, 28 minori non accompagnati, tra cui un bimbo di 9 anni, provenienti da Burkina Faso, Ciad, Costa d’Avorio, Eritrea, Etiopia, Gambia, Guinea Conakry, Liberia, Niger, Nigeria, Mali, Sud Sudan, Sudan e Somalia. «Hanno viaggiato per più di 20 ore senza bere né mangiare», racconta Eliza Sabatini, infermiera a bordo della nave, «da una prima valutazione, risultano tutti debilitati e disidratati». Nelle altre due operazioni di soccorso sono state messe in salvo 38 e 45 persone provenienti da Camerun, Congo, Costa d’Avorio, Guinea Conakry, Liberia, Mali, Mauritania e Senegal, «alla deriva da oltre 24 ore su due natanti in ferro al limite della galleggiabilità e che rischiavano di capovolgersi», dice il capomissione Emanuele Nannini. La macchina abruzzese dei soccorsi, intanto, è stata messa in moto, riproponendo il meccanismo collaudato del primo sbarco, ben più esiguo, avvenuto il 24 febbraio scorso.
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