COVID

Scuole dell'infanzia a Pescara, il giudice: è giusto che ora restino chiuse

Un gruppo di genitori perde il primo round: il Tar non sospende l'ordinanza del sindaco perché l'eventuale apertura può incidere in modo irreversibile sulla funzionalità delle strutture sanitarie, ormai allo stremo

PESCARA. Il tribunale amministrativo regionale, sezione staccata di Pescara, ha rigettato la richiesta di sospensiva, avanzata da alcuni genitori, dell’efficacia dell’ordinanza n. 35, del 13 marzo scorso, con la quale il sindaco di Pescara Carlo Masci ha disposto la proroga dello stop alle lezioni in presenza nelle scuole dell’Infanzia della città di Pescara. L’ente è stato rappresentato dal direttore dell’avvocatura comunale, avvocato Paola Di Marco. I genitori perdono il primo round; il secondo è rinviato alla discussione nel merito del ricorso.

Il giudice amministrativo ha ritenuto il provvedimento impugnato “corredato da congrua e documentata motivazione, in cui si dà contezza delle ragioni per le quali l’apertura degli asili del comune di Pescara potrebbe determinare aggravamenti dei contagi da Covid 19, tali da pregiudicare ulteriormente e in modo irreversibile la funzionalità delle strutture sanitarie, ormai allo stremo”.

Ne dà notizia il primo cittadino, Carlo Masci. "Ieri mattina", scrive il sindaco, "sono stato al Tar di Pescara per difendere la mia ordinanza sulla chiusura delle scuole d'infanzia per un ricorso presentato da alcuni genitori che ritenevano il provvedimento sbagliato. Il confronto, dinanzi a un attento presidente del Tar, è stato approfondito e puntuale, la discussione si è protratta per circa un'ora. Oggi il giudice ha rigettato la richiesta dei ricorrenti, non concedendo la sospensiva della mia ordinanza, ritenendo quest'ultima assolutamente legittima. In questi giorni in diversi si sono cimentati in ardite dissertazioni giuridiche, pur non avendo alcuna competenza, accusandomi di aver travalicato i miei poteri e aver danneggiato i bambini con le mie scelte. Io sono stato sempre molto tranquillo, sapevo di aver agito con scienza e coscienza, dopo aver avuto anche il conforto del Tar sono ancora più tranquillo", conclude Masci.

L'istanza di sospensiva era stata presentata nei giorni scorsi da un gruppo di genitori che, dopo essersi riuniti in un comitato spontaneo (con una cinquantina di aderenti), si sono rivolti al Tar per chiedere l'annullamento dell'ordinanza contestando un difetto di competenza del sindaco, visto che il Dpcm del 2 marzo prevede che nelle regioni in “zona arancione” le attività in queste scuole avvengano in presenza e viene demandata al presidente di Regione, e non ai sindaci, l’adozione di misure diversificate e maggiormente restrittive.
In Abruzzo, il presidente della Regione, Marco Marsilio, aveva fatto notare il comitato, ha escluso la chiusura dei nidi e delle scuole dell’infanzia. Ma il Tar ha respinto la richiesta.