Scuole, scontro sui pasti in bianco 

Sospesa la “app” che consentiva alle famiglie di prenotare la dieta, la Cisl invia una diffida al Comune

PESCARA. Si apre un nuovo scontro sulle mense scolastiche. La Cisl scuola ha inviato una diffida al Comune per richiedere l’immediato ripristino della «app» per i telefonini che consentiva alle famiglie di prenotare alle mense i pasti in bianco per i propri figli. Ora la richiesta va presentata direttamente alle insegnanti. Il caso sarà affrontato lunedì prossimo dalla commissione Vigilanza e controllo, presieduta da Piero Giampietro, alla quale sono stati invitati anche i sindacati.
In questo modo, spiega la Cisl scuola, la prenotazione del pasto bianco presente nell'applicazione di E Civis è stata eliminata. Le modalità di comunicazione da parte dei genitori torneranno ad essere quelle sempre esistite negli anni passati. «Il genitore del figlio che frequenta la scuola», si legge, «comunicherà direttamente alla maestra l'opzione dieta in bianco, con adeguata motivazione. Successivamente, il collaboratore scolastico informerà il personale della cucina interna, oppure contatterà il centro cottura entro le 9,30, nel caso sia pasto veicolato. Poi il genitore, del figlio che frequenta la scuola primaria o secondaria di primo grado, annoterà la richiesta dieta bianca sul diario. Il docente darà informazione al collaboratore scolastico che informerà il personale della cucina interna, oppure contatterà il centro cottura entro le 9,30, nel caso sia pasto veicolato». Da qui, la richiesta della Cisl di ripristinare l’app per prenotare i pasti in bianco.
Critica anche la consigliera del Pd Stefania Catalano. «Rinunciare alla possibilità di opzionare il pasto bianco dall’app è un inutile passo indietro che determina difficoltà oggettive nella gestione delle richieste da parte dei genitori e della scuola», ha affermato, «questioni prettamente organizzative del servizio mensa non possono essere assegnate di competenza agli insegnanti, come preteso dalla giunta comunale senza neppure consultare i sindacati».