Sempre più donne coraggio a Pescara, in 315 segnalano gli abusi

Il centro Ananke ha diffuso i dati degli ultimi 12 mesi sulle richieste di assistenza. Nella metà dei casi l’aggressore è italiano e con un livello d’istruzione medio-alta

PESCARA. E’ ancora una volta nella tranquillità ovattata del nido domestico che si consuma il corto circuito del primo schiaffo, pugno o spintone. Con il marito e compagno di vita che si trasforma in carnefice. Violenza fisica, ma anche sessuale, psicologica ed economica. Senza contare i casi di stalking. Secondo i dati diffusi dai responsabili del centro antiviolenza Ananke, negli ultimi dodici mesi sono 315 le donne che si sono rivolte alle operatrici o hanno telefonato al numero verde dell’associazione per chiedere assistenza o un semplice consiglio.

Di queste, 98 hanno deciso con coraggio e determinazione di liberarsi dalle implicazioni affettive per intraprendere un percorso di uscita dalla spirale dei maltrattamenti. La freddezza dei numeri, snocciolati ieri mattina in occasione della presentazione della Giornata mondiale di martedì prossimo contro la violenza di genere, nasconde centinaia di storie di dolore e disperazione.

Le botte dentro casa, infatti, rappresentano la forma più diffusa e frequente, ma anche la più taciuta e nascosta, difficile da riconoscere e ammettere persino a se stessi. La vittima che denuncia sa che al termine di un lungo percorso di riscatto si troverà ad affrontare il suo carnefice in un’aula di tribunale, mettendo a nudo una tragedia intima e personale.

Delle 98 donne accolte da Ananke tra novembre 2013 e ottobre 2014, ben 29 non hanno fornito informazioni sull’età del maltrattante.

Colpisce che nel 50 per cento dei casi rilevati il livello d’istruzione sia medio-alto: 27 uomini diplomati, 10 laureati e 53 con un’occupazione. La maggior parte di loro è di nazionalità italiana e nel 40 per cento delle situazioni segnalate la fascia di età è compresa tra i 50 e i 59 anni.

«Rispetto agli anni precedenti», spiega Cristiana Cassano, coordinatrice del centro antiviolenza pescarese, «i numeri sono stabili, segno di una maggiore consapevolezza e sensibilità da parte delle donne. Dal 2006 a oggi c'è stato un aumento significativo: nell’ultimo anno sono cresciute le richieste di consulenze legali e psicologiche. Questo è sicuramente un dato positivo, un segno di reazione, che però ha bisogno del supporto delle istituzioni per ampliare le ore e arrivare a soddisfare tutte le richieste».

Complessivamente, il centro antiviolenza Ananke prende in carico 128 donne: 30 stanno proseguendo il loro percorso dagli anni passati e 98 hanno bussato alla porta dell’associazione negli ultimi dodici mesi.

Alla presentazione della giornata mondiale contro la violenza di genere, nella sala giunta del Comune, hanno preso parte anche gli assessori alle Pari opportunità Sandra Santavenere e alle Politiche sociali Giuliano Diodati. Con loro Roberto D'Intino, presidente dei panificatori Assipan Confcommercio, che stamattina dalle 11 alle 17 in piazza Sacro Cuore ha organizzato la distribuzione dei sacchetti di pane con le donne dell’associazione.

«Siamo tutti chiamati in causa», ha sottolineato la presidentessa di Ananke Rita Pellegrini, «il fenomeno urge, non possiamo arrivarci sempre in emergenza. Quest'anno, il 25 novembre si studierà che cosa significa contrastare la violenza per offrire nuove opportunità alle donne. Fare prevenzione significa agire per un cambiamento culturale per fare in modo che le donne che sono state accolte nei centri e che cercano di riprendere il proprio cammino, ritornino in un contesto che deve accogliere questa nuova realtà femminile. Inoltre andremo in piazza perché il fenomeno sussiste, è quotidiano, come il pane che sarà distribuito».

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